Trieste una città-faro dell’innovazione. Illy: «Serve coraggio»

Con Esof2020 il mondo della ricerca scientifica fa sistema per affrontare una scommessa. Idee e proposte emerse dall’iniziativa di Piccolo e Stampa

TRIESTE Trieste come «città-faro» dell’innovazione, sede di esperienze pilota come Esof2020 o la partita globale di Illycaffè.

È il ruolo individuato per la città durante l’evento realizzato ieri da Il Piccolo, in collaborazione con La Stampa e i quotidiani del Gruppo Gnn, e intitolato “Le sfide dell’innovazione – Trieste, le rotte della scienza”. La tappa triestina di un viaggio in Italia che ha già toccato Torino, Udine, Genova, Livorno, e che a Trieste si è incentrato sull’anima scientifica della città.

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Alcuni tra i volti più illustri della formazione, della ricerca e dell’economia del territorio si sono confrontati sul palco con i giornalisti del gruppo. A fare gli onori di casa il direttore del Piccolo Enrico Grazioli, mentre a moderare c’erano il vicedirettore Alberto Bollis e il direttore del Secolo XIX Luca Ubaldeschi.



Tra i protagonisti della serata il presidente di Illycaffè Andrea Illy, intervistato dal direttore de La Stampa Maurizio Molinari. Illy ha ricordato come l’innovazione sia connaturata all’azienda fin dalle origini: «Mio nonno ha di fatto inventato il caffè espresso italiano odierno, così come la pressurizzazione. Un’altra innovazione radicale da noi apportata sono le cialde, ormai un fenomeno mondiale».

Oggi l’azienda deve affrontare l’espansione globale del mercato del caffè, sbarcato in Cina e India, e cambiamenti epocali come quelli climatici: «I mutamenti del clima stanno impattando con forza sulla coltivazione del caffè. Esistono però margini di miglioramento attraverso la ricerca: noi ad esempio abbiamo realizzato assieme a Units una mappatura del genoma del caffè arabica. Consentirà di sviluppare varietà più resistenti». In questo contesto, è l’avvertimento di Illy, «è giunto il momento di pensare un’economia carbon-free. Ciò richiederà un radicale cambio di paradigma della società, abbiamo però a disposizione tecnologie esponenziali per affrontarlo. Serve il coraggio di farlo». Quanto alla recessione tecnica in cui versa l’Italia, Illy ha dichiarato: «Sono molto preoccupato. La ricchezza dell’Italia non si misura in Pil, il nostro patrimonio è incommensurabile. Ma mi preoccupa la mancanza di riforme. Un governo dura in media 18 mesi. Serve un cambiamento di consapevolezza dei cittadini che ci porti verso una maggiore stabilità politica, altrimenti sarà l’Europa a fare le riforme al posto nostro».

Segrè: «L’Italia sta perdendo la buona abitudine di mangiare sano»
Foto BRUNI 06.03.2019 Convention "Le sfide dell'innovazione" a cura de LA STAMPA e de IL PICCOLO: Andrea Segrè


Un altro momento culminante è stata la tavola rotonda a cui hanno partecipato la responsabile di Science in the City per Esof 2020 Paola Rodari, il rettore dell’ateneo triestino Maurizio Fermeglia, il presidente delle fondazioni Mach e Fico Andrea Segrè, il direttore regionale di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige per Intesa Sanpaolo Renzo Simionato. «L’innovazione è un tratto costitutivo di Esof2020», ha spiegato Rodari. «Il nostro evento fa confrontare in modo inedito scienziati, imprenditori, cittadini, umanisti, artisti. Chi fa ricerca sa che l’incontro di pensieri divergenti è un fattore di innovazione». Fermeglia ha letto la storia della comunità scientifica triestina come chiave per affrontare il futuro: «A partire dal 2030 l’umanità dovrà affrontare sfide che i soli tecnici non potranno risolvere. Servirà un lavoro di squadra con le scienze umane e sociali».

Simonato ha presentato il punto di vista di una banca come Intesa Sanpaolo: «Anche per noi l’innovazione è fondamentale. Il nostro Innovation Center sostiene le imprese che vogliono evolvere, mentre la piattaforma Tech Market Place ci permette di fare matching tra imprese e startup». —


 

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