Trieste, un piano antischianto per 78 grandi alberi

Dalle querce ai platani su strade e dentro i parchi. Scattano le manutenzioni Intervento da 135mila euro del Comune «a tutela della pubblica incolumità»
Lasorte Trieste 11/08/16 - Piazza Libertà, Bora, Albero Caduto
Lasorte Trieste 11/08/16 - Piazza Libertà, Bora, Albero Caduto

Sono 78 gli alberi di Trieste su 122mila soggetti arborei (di cui circa 15mila censiti) che hanno più di un metro di diametro e che sono considerati - proprio così - “a rischio schianto”. Le loro altezze variano tra i 9,5 e i 36 metri: si va dall’ippocastano della chiesa di Basovizza al platano di via del Follatoio passando ovviamente per le grandi piante dei vari parchi e giardini storici. Sono le cosiddette alberature in classe C, ovvero gli alberi “a rischio di schianto” con diametro superiore a un metro.

L’amministrazione comunale, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi, ha di recente approvato un progetto esecutivo da 135mila euro (sui 150mila inizialmente previsti) di manutenzione straordinaria delle grandi alberature per l’anno in corso. Il lavoro, inserito nel programma triennale delle opere 2017-2019, è interamente finanziato con avanzo economico. «Il progetto - si legge espressamente nella delibera - risponde alla necessità, nell’ambito della generale gestione delle alberature presenti lungo i viali cittadini, nei parchi e nei giardini pubblici, di provvedere anche alla preminente esigenza di tutela della pubblica incolumità di persone e cose».



Sono 280 i giorni di lavori previsti. Il cronoprogramma dei pagamenti per l’operazione prevede: 100mila euro nel 2018 e 35.554 nel 2019. A firmare il progetto esecutivo è il dottore forestale Francesco Panepinto assieme al perito agrario Renato Ravara.

«Il progetto - si fa sapere - prevede di eseguire la manutenzione straordinaria degli alberi in classe C di propensione al cedimento di cui al protocollo della Società italiana di arboricoltura (rischio moderato di schianto) i cui diametri abbiano valori uguali o superiori a 100 centimetri misurati a 130 centimetri dal suolo».

In questo modo si è arrivati a censire 78 esemplari con queste caratteristiche presenti sul territorio del Comune di Trieste. Di questi quattro sono stati dichiarati “monumentali”. Si tratta dei due platani che stanno nel Giardino pubblico “Muzio de Tommasini” e che hanno un diametro superiore ai 160 centimetri (il record assoluto per Trieste), della Zelkova carpinifolia (originaria del Caucaso) del parco di Villa Sartorio (111 centimetri di diametro e 22 metri di altezza) e del pino di Aleppo di Villa Revoltella (110 centimetri di diametro e 20 metri di altezza).

Ma non sono i soli a vantare un elevato “pregio ornamentale e storico culturale” e una fragilità soprattutto legata al castello, che richiede una potatura di selezione, e alle condizioni fitosanitarie. Un approccio, in ogni caso, improntato alla “tutela e alla conservazione”. «Una decina di soggetti arborei presenti all’interno del Giardino Muzio de Tommasini, di età ormai prossime ai 160 anni, è stata messa in sicurezza mediante ancoraggi statici o dinamici che necessitano di essere revisionati e sostituiti essendo trascorsi gli anni di efficienza statica dei tiranti», si annota nel progetto.

Fra i controlli previsti ci sono anche le prove di trazione mediante l’utilizzo di tensiometri e inclinometri per testare la capacità di ancoraggio della zolla radicale nonché la resistenza alla bora. Questi test saranno eseguiti soprattutto per gli ippocastani di piazza Libertà e di via Domenico Rossetti, tenuto conto degli schianti per ribaltamento avvenuti negli anni passati. Nel febbraio del 2015, per esempio, un ippocastano sotto l’effetto della bora era schiantato al suolo in piazza Libertà proprio per il ribaltamento della zolla radicale. Tra le piante di grandi dimensioni interessanti ci sono i bagolari di piazza Hortis, piazza della Cattedrale, via dei Capitelli, il tiglio selvatico del giardino pubblico, l’olmo siberiano di viale Raffaele Sanzio, i cedri dell’Atlante di Villa Revoltella, la sofora del Giappone del giardino “Wegner Engelmann”, gli olmi montani del ricreatorio Pitteri.

Se avanzeranno delle risorse, si fa sapere, l’indagine e gli interventi saranno estesi anche agli alberi con diametro inferiore a un metro di diametro presenti nel Giardino de Tommasini, in piazza Libertà, via Rossetti e nel Parco di Villa Revoltella.

Ogni anno, comunque, vengono monitorati mediamente 4mila alberi dal punto di vista sia statico che sanitario. Alla fine dell’intervento dovrebbero restare in piedi solo grandi alberi a prova “di schianto”. Nella speranza di non dover perdere per strada nessuna delle 78 piante attualmente censite.

 

Riproduzione riservata © Il Piccolo