Trieste, un anno e 4 mesi per la morte di Raphael Brassi
TRIESTE Un anno e quattro mesi. È la pena che ha patteggiato Paolo Moroni, lo chef del ristorante Diana accusato di omicidio colposo per l’incidente stradale nel quale ha perso la vita Raphael Brassi, barman alla Stella Polare, 20 anni. Il giovane, alla guida della sua Honda Fireblade, si era schiantato contro la fiancata del suv di Moroni. Uno schianto avvenuto a pochi metri dal quadrivio di Opicina, proprio davanti al passo carrabile che porta al parcheggio del ristorante Diana.
La sentenza che ha ratificato l’accordo concluso tra il pm Lucia Baldovin e il difensore Luciano Sampietro è stata pronunciata dal gip Guido Patriarchi. Poche settimane fa l’assicurazione di Moroni ha definito con l’avvocato Boris Beltran, il legale della famiglia, l’entità del risarcimento.
La data dello schianto è quella del 26 giugno dello scorso anno. Attorno alle 15 l’auto di Moroni, una Hyundai Tucson di colore verde, era uscita dal parcheggio del ristorante impegnando la corsia di destra nel tentativo di attraversare la strada. Era successo tutto in un attimo, proprio nel momento in cui la moto Honda guidata dal giovane ,con in sella un’amica, stava sopraggiungendo dopo aver appunto superato il quadrivio. Non andava a forte velocità. Ma l’impatto era stato inevitabile e devastante. Il centauro era stato sbalzato sotto la vettura. La passeggera invece era stata lanciata oltre il tettuccio del Suv. Nel “volo” aveva urtato violentemente - probabilmente con il capo, seppur protetto dal casco integrale - contro il portasci anteriore: un impatto violento se si pensa che la barra era stata completamente staccata dal supporto ed era finita oltre la carreggiata sui binari del tram.
Come detto nel corso delle indagini è emerso un elemento importante e fondamentale: la moto non viaggiava a velocità sostenuta. Secondo gli agenti della polizia locale che avevano condotto i rilievi e il perito nominato dal giudice, la velocità non era stata superiore a 70 chilometri all’ora.
Gli agenti avevano interrogato a lungo alcuni dipendenti del Diana, colleghi di lavoro dello chef coinvolto nello schianto. Erano accorsi sulla strada dopo aver udito il fragore dello scontro.
Sul posto in pochi minuti erano giunte l’ambulanza del 118 e l’auto medica. Per oltre 40 minuti i sanitari avevano tentato di rianimare il centauro, praticandogli senza sosta il massaggio cardiaco. Poi l’ambulanza del 118 lo aveva trasportato a Cattinara. Era stato accolto in Rianimazione e sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Ma le sue condizioni erano peggiorate in serata nonostante il prodigarsi dei medici. E nel tardo pomeriggio il suo cuore si era fermato.
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