Trieste, un anno di “cassa” per gli ex addetti Coop Operaie

Accordo siglato tra Regione e sindacati. Gli ammortizzatori sociali interessano 157 dei 624 dipendenti complessivi
Cambiamento epocale alle Torri d'Europa: sostituita l'insegna delle Coop Operaie con quella dell'Ipercoop (Coop Nordest)
Cambiamento epocale alle Torri d'Europa: sostituita l'insegna delle Coop Operaie con quella dell'Ipercoop (Coop Nordest)

TRIESTE Cassa integrazione di un anno per gli ex dipendenti Coop. La Regione ieri ha sottoscritto un accordo sindacale per creare una sorta di “paracadute preventivo” per tutti i lavoratori che attualmente sono ancora nel limbo contrattuale. Si tratta di 157 persone sui 624 dipendenti complessivi: il numero, conferma proprio la Cgil che ieri ha preso parte alla stipula del documento, deriva sostanzialmente dalla somma di chi attende le procedure di definizione per il passaggio da una società all’altra (Conad, Coop Nord-Est, Despar) e i possibili esuberi stimati in una cinquantina di unità, se non meno. «Ma buona parte di questi - avverte Antonella Bressi, segretaria provinciale Filcams-Cgil - sarà comunque riassorbita. Quindi il numero, a mio avviso, sarà davvero limitato».

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L’intesa è stata sottoscritta ieri negli uffici della direzione centrale Lavoro alla presenza dell'assessore regionale Loredana Panariti. Tecnicamente si prevede l'utilizzo della cassa integrazione straordinaria da parte delle Cooperative Operaie di Trieste, Istria e Friuli, società cooperativa in concordato preventivo, per dodici mesi a decorrere dal 6 luglio 2015.

La Regione continua, dunque, nel suo lavoro di affiancamento alla delicata operazione seguita al clamoroso crack Coop. «Abbiamo seguito, in costante raccordo con la procedura e le organizzazioni sindacali, gli sviluppi della complessa vicenda - ripercorre l’assessore -. L'accordo conferma i risultati molto positivi che fino ad ora sono stati raggiunti in termini di salvaguardia dell'attività commerciale e dei livelli occupazionali - rileva l’esponente della giunta Serracchiani - risultati resi possibili grazie al senso di responsabilità con cui tutti i soggetti coinvolti hanno operato in collaborazione fra di loro». Panariti, da parte sua, garantisce la presenza della Regione anche per gli sviluppi futuri. «Continueremo a impegnarci, sempre in raccordo con la procedura e le organizzazioni sindacali, per fare in modo che la ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori sia quanto più possibile estesa», afferma.

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Panariti ha voluto ancora puntualizzare che l’intesa non investe i 452 dipendenti (in forza ai 34 punti vendita per cui è stato preparato l’iter di cessione), visto che per questi «risultano essere state definite o in fase di definizione le posizioni». Inoltre, precisa sempre l’assessore regionale, la cassa non toccherà gli ulteriori 15 lavoratori per i quali è già stata indicata l'uscita per dimissioni o scadenza del contratto di lavoro a tempo determinato.

Per i 157 dipendenti per i quali si aprono le porte dell’ammortizzatore sociale, invece, il documento di ieri ricorda che per 70 si prospetta la ricollocazione, mentre gli altri 25 «potranno maturare i requisiti per la quiescenza nel periodo complessivo di fruizione degli ammortizzatori sociali». Per i punti vendita ancora in carico alla procedura, l'accordo evidenzia infine «come siano pervenute alcune manifestazioni di interesse attualmente al vaglio degli organi concordatari - annota la Regione - con possibili ulteriori ricadute positive sul piano occupazionale». Infine, «la procedura favorirà per quanto possibile iniziative di autoimprenditorialità da parte dei dipendenti ancora in carico mirate all'eventuale acquisizione di alcuni dei negozi ancora invenduti».

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