Trieste: «Umiliato dalla polizia». Era una calunnia
TRIESTE Si erano spogliati completamente e poi nudi avevano preso a calci le portiere delle auto parcheggiate in via XXX ottobre. La performance era avvenuta nella notte del 30 agosto 2013. Protagonisti due giovani napoletani che erano poi stati arrestati dai poliziotti della Squadra volante subito intervenuti per placare quelli che sicuramente non potevano essere definiti che bollenti, anzi roventi spiriti. Anche in considerazione del fatto che Massimo Esposito, 41 anni, e l’amico Santo Pannone, 36, quella notte assai movimentata erano reduci da qualche ora trascorsa all’interno del night club Mexico, dove erano stati evidentemente deliziati dalle grazie di qualche entreneuse. E per questo - probabilmente - Esposito non aveva per nulla gradito l’intervento degli agenti affermando che lui e l’amico, appena usciti dal night club, erano stati buttati violentemente «faccia a terra» dagli agenti stessi. I quali, sempre secondo l’uomo, li avevano messi ko senza alcuna discussione. Insomma aveva detto che i poliziotti li avevano aggrediti picchiandoli di santa ragione.
Per il giudice Luigi Dainotti queste - dell’aggressione da parte dei poliziotti - sono state solo calunnie. E per questo motivo ieri al termine del processo celebrato con rito abbreviato Massimo Esposito (difeso dall’avvocato Marzio Calacione) è stato condannato a un anno di reclusione senza i benefici. Il pm Pietro Montrone aveva chiesto una pena ben più severa: un anno e quattro mesi. Determinante è stata l’audizione di una testimone che ha riferito che i fatti si erano svolti come gli agenti avevano poi riportato nel verbale.
L’intervento in via XXX ottobre era nato in seguito alla chiamata al 113 di una persona residente nella stessa via che verso le 3 della notte si era affacciata. Aveva segnalato la presenza di due uomini completamente nudi in mezzo alla strada, nei pressi del night club Mexico: la coppia di amici stava colpendo a calci i veicoli in sosta che capitavano a tiro.
Sul posto in breve erano giunti due equipaggi della Questura che al momento avevano notato però soltanto un uomo nudo, Massimo Esposito. L’altro, rivestitosi nel frattempo, alla vista degli agenti aveva cercato di fuggire ma poi era stato bloccato poco lontano.
Esposito invece, si era rifugiato nel proprio furgone, parcheggiato lì vicino. Alla richiesta di esibire un documento d’identità, aveva estratto un coltello a serramanico con una lama di otto centimetri. C’era stato un parapiglia. E due poliziotti avevano riportato lesioni guaribili in cinque giorni. Alla fine gli agenti erano riusciti a bloccare, ma a fatica, i due “naturisti”, «in palese stato di alterazione alcolica». I due, poi, si erano rifiutati di fornire le proprie generalità, opponendo ancora resistenza.
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