Trieste: turisti delusi a Miramare: «I fiori dove sono?»

TRIESTE «Ma i fiori dove sono?». Tanti punti di domanda per un interrogativo che rimbalza in tutto il parco di Miramare. «Ma come è possibile che in questa stagione non ci siano?», continuano a chiedersi tanti turisti e pure alcuni triestini.
Meglio evitare di provvedere con il fai da te e le piantine di begonie, perché potrebbero essere “indecorose” come aveva risposto il direttore del Polo museale regionale, Luca Caburlotto. Sta di fatto che le aree esterne del castello che accolse Massimiliamo e Carlotta sono solo verdi e la gente se ne accorge.
Ma non tutti hanno la stessa sensibilità di Caterina Bazzoni e Graziella Grena dal Piemonte ad esempio, che si chiedono: «È una scelta quella di non piantare dei fiori oppure è il clima della bora forse? Gli alberi della nostra regione sono molto più rigogliosi. E i roseti? Se ne sente la mancanza». E lo affermano proprio sotto il viale delle rose, completamente spoglio e privo anche di un solo piccolo morbido petalo.
La sfilza di critiche non sono finite qui. C'è chi si accorge infatti che «all'inizio il parco sembra molto curato - dice una ragazza lombarda, che studia a Trieste - poi quando ci si addentra, cambiano un po' le cose, ci sono pochi cartelli, e pochissimi fiori».
«E i laghetti - aggiunge l'amica siciliana, venuta a trovarla - sono una cosa terribile, forse i pesci sono meccanici, perché non so come possano vivere lì dentro». Fogliame per terra e sentieri tenuti male: sono queste le osservazioni di un signore che nel complesso trova comunque «magnifico» il parco.
«Sono migliorie che in poco tempo si fanno - aggiunge -. Se fosse troppo “leccato” però - gli risponde Anna Tarca -, il parco sarebbe eccessivamente stucchevole. Sì, forse i fiori mancano, ma a me piace così». Al contrario, Lucia, dal Veneto, ha gli occhi che le brillano appena uscita da Miramare.
«È bellissimo, anzi, pensavo tra me e me - commenta - come sia possibile che non mettano un biglietto per l'ingresso, ci vuole un sacco di lavoro per mantenerlo così».
Un tema molto dibattuto quello del ticket, salito da tempo all’attenzione della cronaca, ma rimasto ancora lettera morta. Per il momento, in effetti, si può entrare gratuitamente e da quanto ha affermato nella sua prima intervista la futura direttrice Andreina Contessa, probabilmente si chiederà solo un'offerta ai triestini.
Anche la voce degli autoctoni prende parte al dibattito. Da una parte un signore, che reputa «trascurata» l'area. «Mi pare che siano sparite delle panchine davanti al bar - afferma -. E poi la vegetazione è poco curata, gli alberi sono secchi, la potatura in parte è assente.
Piuttosto che lasciare il parco in queste condizioni, è meglio chiedere a noi triestini di pagare un biglietto forfettario di dieci euro circa all'anno. Chi non si fa un giretto qui?».
A fargli eco un altro habituè della zona, con una lista dei difetti a portata di mente: «Non ci sono guardiani, i bagni sono sempre sporchi, hanno tirato via delle fontanelle, è pieno di buche...». E l’elenco potrebbe continuare all'infinito.
A ridimensionare il degrado e a non voler nemmeno sentire parlare di “brutture” è Angela Tominch. «Quest’area è molto migliorata rispetto a qualche anno fa», dice. «Ricordo bene come, in passato, le aiuole fossero messe bene peggio,direi malissimo - sottolinea Veronica Zanon -, così come la vegetazione». «Io il parco lo trovo comunque perfetto, davvero bellissimo» aggiunge infine Alice Colino.
Le opinioni dunque divergono. Su un punto, invece, sono tutti d’accordo: la parte “nobile” del giardino asburgico di Massimiliano è davvero «magnifica». Basta non allontanarsi da lì e non aprire gli occhi su quanto c’è attorno.
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