Trieste, Tunisi e Venezia unite da 500 disegni
TRIESTE Trieste, Tunisi, Venezia insieme in un unico foglio di carta colorato a distanza dai bambini. Nei 500 disegni si vedono il mare, i ponti, le barche; la sinagoga, la moschea, la chiesa; la Torah, il Corano, il Vangelo; poi ancora l’amicizia, l’autoritratto, le feste. Nel retro sono riportati in italiano, arabo, francese i messaggi degli alunni triestini, tunisini, veneziani. Quelli della scuola elementare Morpurgo di Trieste scrivono: Gianluca: «Ho continuato il disegno di un bambino tunisino; ho fatto un albero, un tempio e un fiume»; Yoel: «Io sono sempre stato contro la guerra e non la vorrei mai vivere»; Livia: «I bambini devono essere felici senza le guerre e i terroristi»; Gabriele: «Il mio disegno rappresenta due ragazzi di carnagione diversa che sono amici, quindi il senso di questo disegno è che l’amicizia non ha confini».
Da Tunisi Davide risponde: «Ti voglio conoscere perché dobbiamo essere tutti amici». Da Venezia Lavinia: «Se venite vi accompagnerò in Ghetto». In laguna ricorrono i 500 anni di vita del Ghetto. Per ricordare la data e creare un legame tra bambini di differenti culture l’associazione Venezia: Pesce di Pace - nata nel 1992, le iniziative hanno ricevuto il plauso di tre presidenti della Repubblica italiana e le benedizioni di Papa Francesco - ha ideato il progetto “500 anni, 500 disegni”.
Alla consegna dei disegni era presente la responsabile dell’Associazione, la veneziana Nadia De Lazzari. La dirigente scolastica Anna Rosa Stalio ha detto: «È importante che i bambini lontani si siano incontrati collaborando per un disegno comune. Questo Istituto Comprensivo delle scuole ebraiche, istituito nel 2014, accoglie anche bambini di religione non ebraica e approfondisce la conoscenza di altre culture per educare alla convivenza democratica».
Per la Comunità ebraica c’erano l’assessore all’Istruzione Nathan Israel («L’iniziativa è un arricchimento per i bambini e un’opportunità per conoscere altre culture visto che altri bambini, per esempio quelli di Tunisi, hanno già colorato la loro porzione di disegno. È una bella esperienza che ricorderanno») e il rabbino capo Eliezer Shai Di Martino che ha proseguito: «È un progetto molto significativo perché i bambini fanno qualcosa che viene dal loro cuore. È un contributo alla comprensione e al vero rispetto reciproco tra le varie tradizioni, culture e popoli. In un momento così difficile come oggi è fondamentale cominciare dai bambini che sono il futuro».
Sarà realizzato un volume e allestita una mostra.
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