Trieste, truffe e favori all’Anas. Maxi indagine chiusa
TRIESTE Appalti gonfiati e favori. Otto indagati e un fascicolo di quasi seimila pagine. La Procura di Trieste ha chiuso l’inchiesta sulle truffe all’Anas Fvg connesse ai lavori di manutenzione delle strade. Il pm Cristina Bacer ha notificato l’atto di conclusione indagini ai diretti interessati.
Si tratta dell’ex capo compartimentale dell’Anas Fvg: il cinquantatreenne Giuseppe Ferrara, passato in servizio in altre zone d’Italia. E del direttore operativo, il cinquantenne Gianpiero Dario, carnico ma residente a San Dorligo. Tra gli indagati figurano inoltre i referenti di una società triestina, la Ecoedilmont srl con sede in via Travnik, con cui i due dirigenti sarebbero stati in affari: il legale rappresentate Giorgio Predonzani di Trieste (61 anni) e il vice presidente Max Devidè (43) di San Dorligo.
Nell’elenco spuntano anche altre persone finite a vario titolo nel fascicolo: Martina Gaspari (31) di Paularo, Giuseppe Mares (54) di Limana (Belluno), Roberto Olivotto (57) di Belluno e Antonio Zanini (61) di Martignacco. Oltre all’Ecoedilmont, nell’inchiesta compaiono la Ecoalpi srl di Paluzza e la Cadore Asfalti srl di Perarolo di Cadore (Belluno). Vari i reati ipotizzati dal pm: truffa aggravata, falso ideologico in atto pubblico e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
Sul caso ha lavorato il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Trieste. È l’operazione «strade salate», venuta a galla a fine ottobre.
I militari, analizzando gli appalti e i lavori eseguiti tra il 2014 e il 2018 avevano scoperchiato un «diffuso sistema di frode e illeciti», scriveva la Procura nel dare notizia dell’operazione. Un sistema che sarebbe stato architettato nei servizi di manutenzione viaria, pronto intervento, sgombero neve e spargimento sale. L’Anas è risultata truffata per oltre 600 mila euro. Secondo l’accusa la rendicontazione degli interventi stradali veniva gonfiata dalle ditte: la società triestina, ad esempio, per intascare l’intero importo fissato nel bando di gara, avrebbe messo a consutivo all’Anas un numero di manutenzioni stradali superiore a quello reale. Gli operai della società bellunese indagata, invece, avevano dichiarato di non aver mai lavorato sulle strade del Fvg. I due dirigenti Anas avrebbero ricevuto in cambio una serie di lavori edili nelle loro case: ristrutturazioni, infissi e impianti di riscaldamento per un valore complessivo di circa 65 mila euro. Durante le indagini erano stati sequestrati conti correnti e beni riferiti agli indagati e alle ditte per un totale di 640 mila euro. —
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