Trieste, trovata la pistola dei banditi di via Flavia
TRIESTE Rapina nella villa di via Flavia, a Trieste si stringe il cerchio delle indagini dei carabinieri. Gli investigatori hanno trovato la pistola utilizzata dai banditi. L’arma poi rivelatasi giocattolo è stata - casualmente - rinvenuta nelle adiacenze della casa, gettata nell’erba o caduta dalla cinta di un malvivente durante la fuga. L’hanno trovata i militari qualche giorno dopo il colpo messo a segno martedì 25 agosto, durante uno dei tanti sopralluoghi successivi effettuati nella casa e nelle sue vicinanze. Era a terra, in mezzo all’erba, appunto, coperta in parte dal terriccio. Forse caduta, forse inspiegabilmente gettata da un bandito durante la fuga. Questa pista è ritenuta determinante per risalire all’identità dei componenti del “commando” che ha assalito la villa di Silvio e Valeria Stransciach, 89 anni lui, 74 lei: l’uomo è stato picchiato e poi i banditi sono fuggiti con il bottino. Si tratta di catenine, anelli e braccialetti che i due malviventi avevano razziato nei cassetti della camera da letto. Monili che valgono meno di cinquemila euro.
Quell’innocua arma giocattolo può “parlare” attraverso le impronte digitali. Infatti durante il colpo uno dei due banditi l’ha costantemente tenuta impugnata, puntandola contro l’anziano e la moglie. Quelle impronte “catturate” dall’impugnatura saranno presto messe a confronto con quelle del database dell’Arma. Il fatto poi che i banditi abbiano agito a volto scoperto indica che si tratta di gente venuta da fuori, probabilmente da oltreconfine. Gente sicura di non essere riconosciuta.
Per questo gli investigatori - coordinati dal pm Massimo De Bortoli - sono convinti che l’azione sia stata studiata a tavolino. E cioè che i banditi nei giorni precedenti abbiano - seppur in maniera non molto “professionale”, considerato il macroscopico errore della pistola - effettuato anche qualche sopralluogo nella zona. Sia per studiare le abitudini dei coniugi Stransciach, sia per predisporre delle vie di fuga. Negli ambienti investigativi si parla anche di alcune misteriose telefonate giunte ai due coniugi nei giorni precedenti la rapina. I banditi avrebbero telefonato per sondare il terreno e probabilmente e organizzare un colpo il cui risultato sarebbe stato sicuro: due anziani che abitano nella villa non rappresentano un grande ostacolo per due malviventi disposti a tutto.
Intanto a distanza di 15 giorni dalla rapina i carabinieri starebbero ricontattando alcuni testimoni. Non si tratta evidentemente di qualcuno che ha visto i banditi in azione in casa, cosa questa oggettivamente impossibile. Ma piuttosto di persone che quel pomeriggio si trovavano in via Flavia, all’altezza dell’emporio di materiali edili che confina con la villetta dei due anziani coniugi, o dall’altra parte della proprietà e cioè in via Brigata Casale, che potrebbero ricordare qualcosa dei malviventi in fuga. Che, soprattutto, potrebbero aver visto i due salire su un’auto parcheggiata poco lontano dalla stessa casa di via Flavia.
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