Trieste: troppi spiccioli, la Posta gli nega il pagamento
TRIESTE Nell’ufficio postale di via Pascoli non accettano pagamenti con più di 50 monete. Peccato che i cittadini non ne siano a conoscenza, dal momento che negli uffici di Poste Italiane non c’è alcun avviso che evidenzi questo provvedimento.
Senza contare che un decreto dell’ex ministro Tremonti non prevede questo limite. A denunciare la situazione è Marcello Corso, un esercente che in via Foscolo gestisce il bar-tabaccheria “La bottega del caffè” e che martedì si è visto rifiutare un pagamento con delle monete proprio dall’ufficio di via Pascoli. Pur di far valere i suoi diritti, l’uomo ha chiamato la polizia.
«Come faccio ormai da 15 anni - riferisce Corso - mi sono presentato allo sportello per pagare in contanti la mia fornitura di tabacco. Dovendo versare 1.811,36 euro ho presentato 1.500 euro in banconote e 325 euro in monete suddivise ordinatamente in blister per facilitarne il conteggio: cinque blister con monete da due euro e tre blister da un euro. Ma prima l’impiegata e poi la direttrice si sono rifiutate di farmi fare il pagamento».
Le dipendenti di Poste Italiane si sono fatte forti di «una normativa interna - riferisce l’esercente - che impone di rifiutare pagamenti con più di 50 monete». Non vedendo avvisi affissi nell’ufficio postale che avvertono i clienti di questo limite, Corso ha deciso così di chiamare la polizia: «Gli agenti intervenuti hanno sottolineato di non essere a conoscenza di alcun limite in merito a pagamenti in moneta - racconta il tabaccaio - verificando tra l’altro l’assenza di circolari esposte al pubblico che avvertano di un simile provvedimento».
«Dopo un’ora di verbali, consultazioni e fax - continua l’uomo - la direttrice continuava a ribadire la sua versione e io, ormai con i minuti contati, ho deciso di pagare con carta per avere la mia regolare fornitura di sigarette». Ma per Marcello Corso la storia non finisce qui: «A giorni dovrò ripetere la stessa operazione - avverte - e ora che mi sono informato meglio e sono certo sia un mio diritto usare quelle monete, ritornerò nello stesso ufficio postale e pretenderò di eseguire l’operazione».
Da Poste Italiane confermano «la vigenza di una disposizione interna, la quale recepisce quanto previsto nel regolamento, che dispone che “nessuno è obbligato ad accettare più di 50 monete metalliche in un singolo pagamento, a prescindere dal taglio”».
Esiste tuttavia il successivo decreto Tremonti del 3 dicembre 2001, con il quale l’allora ministro ha stabilito l’abolizione di limiti al potere liberatorio delle monete metalliche. «Nelle operazioni di versamento in conto - si legge nel decreto - nonché nelle operazioni di cambio presso le banche, le Poste Italiane spa, non si applicano i limiti al potere liberatorio delle monete metalliche previsti dalle norme vigenti».
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