Trieste, triplicati in 20 anni i cittadini stranieri che hanno preso la residenza in città
TRIESTE Negli ultimi vent’anni anni gli stranieri residenti a Trieste sono quasi triplicati, passando dagli oltre 8 mila del 2000 ai quasi 22.500 registrati alla fine del 2019. Una corsa che, a livello di numeri, vede sempre in testa la comunità serba, seguita da quella rumena, dalla croata e dalla kosovara. La popolazione complessiva in città cala invece costantemente, perdendo circa 12.000 unità. Lo rivela la fotografia fornita dall’anagrafe di Trieste, scattata sulla base dei dati relativi, appunto, ai residenti.
L’ultima rilevazione si riferisce a dicembre 2019 e blinda ancora una volta il primato della comunità serba che, nonostante una leggera flessione nel numero dei componenti, si conferma la realtà straniera più solida e rappresentata in città. Nel 2016 i cittadini originari di Belgrado dintorni erano 4.239, poi saliti a 4.315 nel 2017, diventati 4.453 nel 2018 e scesi a quota 4.279 l’anno scorso. Al secondo posto i rumeni, anche in questo caso un gruppo ormai da tanti anni presente in città con molte famiglie, che segnano un aumento costante, seppur di poche entità. Nel 2017 erano 2.882, 3.030 nel 2017, 3.168 nel 2018 e 3242 nel 2019.
Al terzo posto si alternano croati e kosovari. Nel 2016 più numerosi i primi, con 1192, così come nel 2017, 1222, scesi al quarto posto nel 2018, 1238, dove sono rimasti anche lo scorso anno, con 1180 persone. I kosovari invece erano la quarta comunità straniera residente nel 2016, con 1181, stessa posizione l’anno successivo, con 1217, più numerosi nel 2018, terzi con 1308, e anche nel 2019 hanno superato i croati, segnando 1362. Stabili i cinesi, poco più di mille.
In leggero aumento i cittadini in arrivo dall’Ucraina, mentre non hanno fatto registrare picchi - in salita o in discesa - gli albanesi. Situazione simile anche per chi si è spostato da Bosnia ed Erzegovina.
Cresce invece il numero di pakistani residenti. Erano assenti dalla classifica delle dieci comunità nel 2016, sono saliti già al settimo posto nel 2017, con 676 persone, diventate 797 l’anno dopo e poi 790. Stesso andamento anche per chi ha lasciato l’Afghanistan per stabilirsi a Trieste: 614 persone nel 2016, 720 nel 2017, 772 nel 2018 e 739 nel 2019. Storie e tipologie di migrazione differenti, ma spesso con una nota in comune. Per molti la città è diventata un punto dove ricominciare.
Volgendo lo sguardo ancora più indietro nel tempo si scopre che, nel 2000, la popolazione straniera si attestava poco sopra le 8 mila unità nel 2000. Da allora il numero complessivo non ha mai smesso di crescere, arrivando nel l 2003 sopra quota 10 mila persone, oltre gli 11 mila poi nel 2005. Poi il balzo nel 2008, con più di 15 mila unità, e nel 2012, anno in cui è stato raggiunto il tetto dei 20 mila “foresti”. Una diminuzione è stata registrata solo nel 2014, con 19.671, ma la ripresa era dietro l’angolo. Nel 2015 è ripartita la risalita, per oltrepassare nuovamente i 20 mila stranieri nel 2016, diventati poi 22.430 nel dicembre 2019.
Trieste insomma è sempre più multietnica, anno dopo anno. Chi vive e lavora stabilmente sente però anche la nostalgia di casa. A dimostrarlo i vari negozi di alimentari dedicati ai prodotti che si consumano abitualmente in altri Paesi, sorti in centro e nei rioni negli ultimi anni, come quelli che propongono cibi e bevande cinesi, legate alle tradizioni dell’est Europa o ancora con specialità turche e dei territori vicini.
Ma c’è anche la voglia di far conoscere i propri costumi ai triestini e agli altri cittadini, di aprirsi alla città, anche attraverso la condivisione di usanze consuete nelle terre di origine. È il caso, ad esempio, del Capodanno cinese, che si celebra quest’anno sabato 25 gennaio, e che nel recente passato ha visto l’organizzazione di momenti di intrattenimento e legati all’enogastronomica, aperti a tutti.
E sono tante iniziative promosse da diverse realtà, sempre più frequenti, che abbracciano culture e background differenti. –
Riproduzione riservata © Il Piccolo