Trieste: tre star per un Museo più moderno

Storia naturale, inaugurato l’allestimento di via Tominz: lo squalo bianco Carlotta, il dinosauro Antonio e “l’uomo di Lonche” le attrazioni
Foto Bruni 23.05.14 Museo di Storia naturale
Foto Bruni 23.05.14 Museo di Storia naturale

Imbalsamati, scheletriti, ricostruiti, con le enormi fauci aperte che solo i “coraggiosi” si trovano sparate in faccia premendo il pulsante che accende la luce con cui si incornicia, nel caso specifico, il secondo più grande squalo imbalsamato del mondo, la nostra Carlotta dai denti aguzzi. Ma anche annegati nella formalina, dipinti, spiegati organo per organo: i musei di storia naturale sono l’antro delle meraviglie, delle tenerezze e degli orrori nella riproduzione statica della natura viva. Specie quelli che, come il Museo di storia naturale di Trieste, hanno origine nell’800, e che dunque riproducono il modello (eccezionale e conturbante) della Specola di Firenze. Ma il nuovo allestimento inaugurato ieri sera, con design e grafica aggiornati, vuole anche spogliarsi di questo profilo un po’ necrofilo, molti animaletti “quasi vivi” sono chiusi in una stanza e visibili puntando l’occhio su due oblò, l’alto per adulti e il basso per bambini. Camera delle meraviglie. Ma le meraviglie che il rilancio del museo di via Tominz dovrà d’ora in avanti pubblicizzare per rendere merito ai propri tesori sono i tre assi, i tre pezzi che la scienza (e non la pubblicità) certifica come unici al mondo: il dinosauro Antonio trovato nelle rocce del Villaggio del Pescatore, unico esemplare di questa specie, lo squalo bianco Carlotta lungo 5,4 metri catturato nel 1906 tra l’Istria e Cherso, e l’ormai mondialmente celebre “uomo di Lonche”, il pezzo di mandibola umana di oltre 6.400 anni fa con la più antica testimonianza di cure dentali. La carie curata con la cera d’api. Scoperta fatta nel 2012. Sottoponendo la mandibola a sofisticati raggi X al Sincrotrone di Trieste. E mandando fino in Australia la cera, per datarla.

Ma al tempio dell’antico che inaugura adesso una intera sezione sull’evoluzione della storia dell’uomo, con reperti e calchi (c’è pure “Lucy”), pezzi locali, dall’Istria, da Slovenia e Croazia, il direttore dei Musei scientifici Nicola Bressi ha dato un’impronta nuova: «Siamo alla moda, con noi ha collaborato chi lavora per la rassegna “fashion” Its, Elena Greco». Agli allestitori di Bottega Design si devono pannelli neri e didascalie italiano-inglese, ma anche giochi. Il famoso dente, alto mezzo metro, smontabile. Una vasca di sassolini in cui scavare crani di resina di ere diverse, da inserire nelle sagome sul pannello soprastante. Per giocare, tra uno scheletro e l’altro, con la storia della vita. A due passi dall’imminente Museo de Henriquez della guerra e della pace, che altri “scheletri” rari mostrerà, quelli dell’eterna battaglia, stavolta però tutta umana. «Si intravede già il polo museale» dice l’assessore alla Cultura, Franco Miracco. Entusiasta del nuovo allestimento: «La cosa più bella da quando sono assessore a Trieste: una reinvenzione dotta, sapiente, molto divulgativa, e divertente».

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