Trieste Trasporti: «Tesserini per i bus, forse ci ripensiamo»
«In effetti domani dovremo fare un ragionamento per capire meglio e poi prenderemo una decisione, soprattutto per quanto riguarda gli abbonamenti mensili». Così si pronuncia, nel giorno dell’Epifania, Cosimo Paparo amministratore delegato di Trieste Trasporti dopo la valanga di critiche piovute sulla società a seguito della decisione di obbligare gli abbonati ad acquistare un tesserino identificativo da cinque euro.
Un dietrofront, perlomeno a metà, con sollievo generale di tutti coloro che utilizzano frequentemente gli autobus, non è escluso. «Sto seguendo le critiche che hanno scatenato la politica, dal Parlamento ai Consigli rionali - racconta Paparo - non vorrei che il tesserino venisse considerato un’iniziativa di sinistra, oppure di destra. Mi rendo conto che forse abbiamo sbagliato, e se è così me ne scuso, nel non aver lanciato un messaggio più complessivo, ma se sbaglio c’è stato, è stato di comunicazione. Noi pensavamo in questo modo di offrire ai nostri utenti un’opportunità in più perché attraverso il tesserino facciamo in realtà marketing tariffario. Un’anagrafe della clientela ci serve perché stiamo per lanciare nuove forme di abbonamento che porteranno a far pagare di meno chi viaggia di più».
Ma la novità ha fatto imbestialire anche l’assessore provinciale ai Trasporti, Vittorio Zollia. «Il tesserino supplementare da 5 euro mi vede nettamente contrario - afferma - ho già scritto a Trieste Trasporti chiedendo immediati chiarimenti e mi accingo a scrivere anche alla Regione per ottenere delucidazioni sull’applicazione della normativa. Intendo però esercitare tutti i poteri di controllo che ha la Provincia - minaccia Zollia - perché ritengo assurdo che dopo 14 anni in cui non l’aveva fatto, Trieste Trasporti chieda questa spesa aggiuntiva agli utenti proprio mentre sta per partire la gara per il Trasporto pubblico locale».
L’introduzione del documento “anti-furbetti” era stata anniunciata dallo stesso Paparo negli ultimi giorni del 2014. «Tale misura - aveva specificato una nota - va vista anche nell’ottica di scoraggiare forme di elusione tariffaria, per la verifica della regolarità dei titoli di viaggio che oggi non sono abbinati a un documento di riconoscimento, non costringendo così il cliente ad avere con sè un documento di identità».
In sostanza secondo Trieste Trasporti alcuni prestano il proprio abbonamento a un amico di cui non può essere verificata l’identità perché oppurtunamente “dimentica” la carta d’identità a casa e di conseguenza viaggia gratis. Secondo Trieste Trasporti si tratta di un allineamento rispetto a regole che vengono già applicate nelle altre province del Friuli Venezia Giulia. «La norma regionale afferma che la foto è obbligatoria per gli abbonamenti annuali (ma in effetti sulle tessere annuali esiste già ora, ndr.) - specifica Paparo - mentre dà la facoltà alle società di richiederla anche per gli abbonamenti mensili».
«Stiamo per esaminare la situazione anche alla luce delle varie prese di posizione - conclude Paparo - la nostra decisione scaturiva dalla considerazione che la carta d’identità non è un documento obbligatorio, pensavamo di offrire un’opportunità in più alla nostra clientela. Domani faremo un ragionamento, poi daremo comunicazione».
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