Trieste: trasloca la famiglia perseguitata dai topi
TRIESTE Niente più topi, acqua, umidità, invivibilità. La famiglia Pisani esce dall’incubo. Un caso, il loro, che è riuscito a smuovere anche una Trieste sbalestrata e presa in mezzo tra l’emergenza profughi e quella di tutti i giorni. Ad esempio quella di un padre e di una madre costretti a far vivere con le loro due bimbe, di cui una diversamente abile, in una casa in via dell'Eremo, resa praticamente inagibile da un allagamento e poi invasa dai topi. Il 14 giugno scorso la loro abitazione era stata devastata da una bomba d'acqua. A seguire l’invasione dei ratti, che la famiglia non era stata in grado di sistemare, salvo darsi alla caccia grossa, per mancanza di soldi, visto un contenzioso in atto con la compagnia assicuratrice che dovrebbe risarcire i danni.
A dirla tutta, un pasticciaccio. Risolto ora, almeno temporaneamente, dall’intervento del Comune. Che ha assegnato ai Pisani un appartamento destinato proprio a situazione critiche di questo genere in zona Barriera, in via Vidali. Spiega il sindaco Cosolini: «Ho subito incontrato la famiglia, dopo che mi aveva scritto il papà; ci siamo attivati, assieme all’assessore Famulari. Una soluzione era assolutamente necessaria. Capisco la complessa problematica assicurativa, ma era una situazione di grave emergenza, una famiglia con figli non può vivere in quelle condizioni».
I termini dell’intervento li fornisce la stessa Famulari. «L’appartamente, un centinaio di metri circa, è adeguato alle necessità familiari. Mi sono sembrati contenti, speriamo possano risolvere la loro situazione quanto prima. Quelli in questione sono alloggi che teniamo appositamente per casi d’emergenza. Stavolta per fortuna c’era disponibilità, anche perchè, ribadisco, sono alloggi destinati a questa finalità».
Dai Pisani, solo entusiasmo. Per la casa, almeno. «Stiamo visionando - spiega il capofamiglia Emmanuele Pisani - cosa ci servirà e cosa no, perchè chi c’era prima di noi si è portato via anche gli interruttori. Poca cosa, comunque, piccoli interventi. L’accordo col Comune è che metto un po’ in sesto l’abitazione e quando vado via la lascio pronta per altri. Il sindaco mi ha detto: sono un padre, e capisco le vostre necessità. Aggiungendo che lo Stato ha dimezzato i conti sanitari. Per questo - continua Pisani - si augura che perlomeno le terapie di cui godeva mia figlia Letizia possano continuare come prima». A seguire, grazie sentiti anche della signora Daniela, la mamma, «a Laura, l’avvocato Kostoris, Nicoletta della camiceria Bisi, la signora del SonGiusto e il distretto». E ricorda che «senza Il Piccolo, i media e i cittadini, i gruppi facebook e quelli di solidarietà, non so quanto avrebbero potuto aiutarmi».
E qui si arriva alle dolenti note. «Abbiamo finalmente la perizia con tanto di capitolato di un architetto: si parla di 48mila di danni più 10mila di mobili, ben più alti della stima dell’assicurazione. Ci chiediamo sulla base di cosa l’assicurazione abbia stimato la sua proposta e perchè ci mandino una comunicazione senza mai precisare la cifra. Sarà un problema di portafoglio dei periti, non so... Forse chiederò anche i danni morali...».
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