Trieste: tram fuori uso, parte il restyling della 405 VIDEO E FOTO

TRIESTE A distanza assomiglia a una grossa creatura bicefala a cui hanno tagliato una testa, ma se si ci si avvicina, si riconoscono i tratti che rendono unico e inconfondibile il caro vecchio tram di Opicina. Anche per la 405, la seconda vettura coinvolta nello spaventoso incidente frontale dello scorso 16 agosto, è arrivato il tempo del restauro per cancellare quanto prima i segni dello schianto.
Un restauro che, secondo la tabella di marcia, sarà completato verso fine di maggio, dopo settantotto giorni di lavori. La conclusione del restyling, però, non coinciderà automaticamente con la ripresa del servizio.
Per quella infatti bisognerà attendere il collaudo e l’omologazione della vettura da parte dell’Ustif (l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi, organo periferico del ministero delle Infrastruttire). E nessuno, ad ora, può dire quando quel via libera arriverà.
L’opera di ricostruzione della piattaforma danneggiata è iniziata da poco e venerdì scorso il tram ha potuto lasciare il deposito sul Carso per essere trasferito nei capannoni della Servigen Srl, l'azienda con sede a Trieste che si è aggiudicata l'appalto.
Una clausola specifica della gara d’appalto prevedeva infatti l’obbligo di eseguire l’intervento in spazi distanti non più di 100 chilometri dal capoluogo regionale. Una scelta motivata dalla volontà di seguire passo passo il restauro dello storico mezzo di trasporto.
Questo tram richiederà una lavorazione meccanica più impegnativa rispetto a quella della “sorella 404”, l’altra vettura incidentata, perché nello schianto di agosto ha riportato danni maggiori sulla piattaforma lato Opicina. Il primo intervento a cui verrà sottoposto sarà il raddrizzamento a caldo dei longheroni, assi portanti in parte deformati dall'urto, e la ricostruzione di altre parti metalliche del telaio.
Successivamente si procederà a ricostruire lo scheletro del frontale e del tetto in legno, per poi passare alla fase di carrozzeria che prevede la rilamieratura, verniciatura e posizionamento dei gruppi ottici.
Una volta ricostruita tutta la struttura, il lavoro si concentrerà all'interno del tram per allestire i circuiti elettrici, elettronici, pneumatico e meccanico e soltanto in quel momento l'intervento potrà dirsi concluso e la vettura pronta a far ritorno ad Opicina.
Qui i tecnici di Trieste Trasporti concluderanno l'allestimento interno riposizionando tutte le panche al loro posto, collocando il pantografo sul tetto e completeranno tutti quegli interventi necessari affinché l'Ustif possa collaudare e omologare la vettura per il suo rientro in linea.
La vettura 405 non è nuova ad incidenti simili. Lo dimostra quanto accaduto il 4 agosto 1993 durante la prima corsa del mattino in piazza Dalmazia. La cronaca di quella giornata disgraziata inizia poco le sette del mattino quando il tram effettuato la cosiddetta corsa a “vuoto”, la prima della giornata, da piazza Casali verso piazza Oberdan senza alcun passeggero.
Giunto in prossimità dell'incrocio di via Ghega, e ottenuto il via libera dal semaforo, si vede improvvisamente occupare la strada da un bus sloveno proveniente da via Fabio Severo: la collisione è inevitabile e l'urto è devastante.
Il muso del tram va in mille pezzi, l'asfalto viene ricoperto da vetri, pezzi di legno plastica, viti, sabbia dell'impianto frenante e tutto ciò che compone lo storico mezzo. Tanto spavento, danni ingenti ma soltanto quattro feriti lievi. Anche in quella circostanza la piattaforma della 405 (lato città) fu completamente distrutta ma il telaio danneggiato in minima parte.
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