Trieste, torna l’acqua nelle fontane del palazzo della Regione
TRIESTE. Torneranno a zampillare, dopo anni all’asciutto, le fontane di Teti e Venere poste alla base del palazzo della Regione di piazza Unità. La legge di stabilità regionale approvata qualche giorno prima di Natale ha fatto il “miracolo”, con un nuovo giro di valzer fra Debora Serracchiani e Bruno Marini, dopo l’emendamento con cui a luglio il consigliere di Forza Italia aveva ottenuto 500mila euro per il restauro della chiesa di Sant’Antonio Nuovo, grazie a un fitto “corteggiamento” della governatrice.
L’idillio fra la governatrice e il consigliere triestino d’opposizione, insomma, continua. E stavolta Marini si porta a casa il ripristino delle fontane dell’edificio realizzato alla fine dell’Ottocento dall’architetto viennese Ernesto von Ferstel per conto del Lloyd austriaco, poi divenuto Lloyd Triestino.
A far bella mostra sulla facciata, ci sono appunto le statue di Teti e Venere, scolpite da Giuseppe Pokorny e Ugo Härdlt, allegoria dell’acqua dolce e di quella salata. Acqua che tuttavia è svanita da un bel po’. Con un’interrogazione presentata ancora a settembre, Marini aveva fatto notare che «da diversi anni le due fontane non gettano neppure una goccia». Da qui la richiesta di restituirle «all’originario valore simbolico».
L’assessore al Patrimonio, Francesco Peroni, ha mostrato disponibilità, pur facendo notare che il preventivo per la sistemazione delle tubazioni valeva la non piccola somma di 50mila euro.La legge di stabilità è stata occasione per la zampata mariniana con la presentazione di un emendamento che stanziava i 50mila euro sul capitolo delle manutenzioni straordinarie delle proprietà della Regione, esplicitamente finalizzati alla rimessa in sesto delle condotte.
Clima goliardico in aula e sorrisi complici. Serracchiani divertita ad accogliere il nuovo ponte gettato da Marini per il ripristino delle architetture cittadine. Il consigliere di Forza Italia è ben contento: «Il problema delle fontane mi era stato segnalato via mail da alcuni cittadini. Ho parlato con l’assessore Peroni dopo la mia interrogazione e lui ha subito verificato le condizioni necessarie per garantire l’avvio dei lavori».
Ma le lodi sono tutte per Debora: «La presidente ha detto in aula che non c’era necessità di un emendamento, impegnandosi esplicitamente a risolvere la cosa una volta per tutte. Non ho potuto che ritirare la proposta formale affidandomi all’impegno politico preso dalla governatrice e dall’assessore Peroni».
I tarallucci e il vino finiscono con un’ultima richiesta da parte di Marini. La più “velenosa”: «Mi auguro soltanto che non sia il sindaco Roberto Cosolini a inaugurare le fontane e prendersene il merito. Quando l’ho fatto presente in consiglio regionale, la presidente mi ha detto che lo faremo insieme. Ne sono felice: sono interventi apparentemente piccoli, che migliorano però la città dal punto di vista dell’immagine. Sarà la ciliegina sulla torta per abbellire una delle più suggestive piazze del mondo affacciate sul mare». Marini e Serracchiani: l’architettonica alleanza continua.
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