Trieste: test truccati, bufera in Wärtsilä
TRIESTE. Una vicenda brutta e strana, le cui dinamiche avranno bisogno di essere approfondite, anche alla luce degli assetti dirigenziali e occupazionali di Wärtsilä, protagonista mondiale nel mercato motoristico marino e terrestre.
Tutto parte da un comunicato ufficiale diffuso lunedì scorso dal quartier generale Wärtsilä a Helsinki che fa riferimento ad «alcune deviazioni in alcuni test per la misurazione del consumo di carburante eseguiti su motori marini» nel centro consegne di Trieste, situato nel grande stabilimento carsolino di Bagnoli.
Ad accorgersene una verifica interna disposta da Helsinki su tutte le realtà produttive del gruppo: nella rete dei controlli sarebbe, dunque, caduta la fabbrica italiana. Deviazioni che vengono misurate nell’ordine dell’1% dei consumi e che riguardano il 2% dei motori marini prodotti. Non sono stati invece coinvolti gli impianti destinati a generare energia a terra, il cosiddetto “power plant”.
A determinare queste alterazioni dei test, “taroccando” i risultati delle prove, sarebbe stato «un numero limitato di dipendenti». Una successiva comunicazione, giunta da Helsinki nel tardo pomeriggio di ieri, puntualizza poi che la dirigenza non era a conoscenza di questi episodi. La stessa comunicazione spiega che i colpevoli hanno causato queste alterazioni prendendo «una scorciatoia».
Cioè, i motori vengono sottoposti a una serie di sollecitazioni in termini di carichi e di velocità, affinchè non si verifichino problemi nella meccanica e nell’automazione. Temperatura, flussi, pressioni vengono così misurati durante la marcia: in queste situazioni - spiegano da Helsinki - il personale ha influenzato il consumo di carburante, invece che creare le condizioni ottimali per lo svolgimento dei test.
«Grave violazione delle politiche aziendali», commentano dalla Finlandia, che «va affrontata molto seriamente». I dipendenti coinvolti «hanno chiaramente agito contro le disposizioni di lavoro e il nostro codice di condotta». Nessuna anticipazione su eventuali misure disciplinari a carico dei “deviazionisti”, in quanto rientrano nella privacy.
Tornando alla prima nota, quella ufficiale del 7 marzo, il gruppo finlandese chiarisce a ogni buon conto che i motori “toccati” dalle alterazioni hanno soddisfatto gli obblighi regolamentari e di classificazione, mentre le navi interessate hanno superato il collaudo in mare.
Wärtsilä puntualizza, sia il 7 che l’8 marzo, che non prevede effetti finanziari negativi. Anche se la “prima linea” commerciale dovrà dimostrare che non vi saranno ripercussioni negative sulle vendite e che le previsioni sul 2016 resteranno invariate. Preoccupato però il leader della multinazionale finnica, Jaakko Eskola, che si scusa «per la perdita di fiducia causata da questa violazione dei nostri valori e delle nostre politiche aziendali». E conclude annunciando un pronto intervento sulla clientela.
Lunedì alla Borsa di Helsinki il titolo Wärtsilä ha perso il 2,9%, mentre ieri è sceso dello 0,22%. La nota del 7 è stata ripresa e rilanciata con enfasi sia dal “Wall Street Journal” che dalla Reuters. Entrambi gli articoli riportano le valutazioni dell’analista Juha Kinnunen, che sottolinea come l’efficienza dei consumi di carburante sia la chiave di questa fascia di mercato.
Il 70% dei costi relativi all’armamento provengono proprio dal carburante. Ieri il capo-azienda di Wärtsilä Italia, Sergio Razeto, non ha rilasciato dichiarazioni, perchè gli aspetti comunicativi di questa vicenda sono direttamente seguiti dalla casamadre di Helsinki.
Ma molti restano gli aspetti da meglio comprendere. Tanto per comiunciare, l’arco temporale del “giallo”, ovvero quando le alterazioni sarebbero state commesse. Lo stabilimento triestino ha avuto attenzioni positive da parte di Helsinki. Ma ci sono anche esuberi, decisi a livello di gruppo, ancora da attribuire. A Bagnoli suona l’allarme.
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