Trieste, Tennis Club Triestino contro l’ex tecnico

Lite con Di Meo: sospeso il pagamento del dovuto. Franzin: «Vantiamo un credito di settemila euro»
L’ingresso del Tennis Club Triestino a Padriciano
L’ingresso del Tennis Club Triestino a Padriciano

TRIESTE C’è un’altra grana da risolvere al Tennis Club Triestino. Dopo il polverone sollevato dal vicepresidente Bruno Gambardella che con una lettera indirizzata al direttivo e ad alcuni soci aveva rassegnato le dimissioni formulando precise contestazioni, ora è la volta dell’ex direttore tecnico del club Giancarlo Di Meo che ha avviato un’azione esecutiva da 20mila euro nei confronti del Tct di Patriciano.

Il contratto con Di Meo scadeva nel 2018 ma è stato risolto lo scorso anno siglando una conciliazione sindacale che prevede il pagamento di 42mila euro in più tranche. La metà del compenso è stata onorata. Ma da marzo scorso il pagamento del dovuto è stato bloccato.

Tennis Club Triestino in profondo rosso
L'ingresso del Tennis Club Triestino

«Perché abbiamo scoperto di vantare un controcredito di 7mila euro», spiega il presidente del Tennis Club, Francesco Franzin. In pratica, l’attuale direttivo sostiene di aver chiesto a Di Meo le ricevute di una raccolta fondi che il maestro di tennis avrebbe avviato tra i soci nel 2015 per sostenere i giocatori che partecipavano ai campionati a squadre di serie A maschile e B femminile.

«Attendiamo le ricevute - sottolinea il presidente del circolo - fino a che non vengono esibite intendiamo sospendere i pagamenti». «Non ci sto ad essere infangato - tuona Di Meo -, si prendano le loro responsabilità: se ritengono io abbia sottratto dei soldi mi denuncino». «Tutti sanno che fine hanno fatto quei soldi - aggiunge -, le cifre e i nominativi sono rimasti per giorni affissi all’albo. Intendo andare fino in fondo, procederò per vie legali per far valere i miei diritti e ottenere quanto sottoscritto nell’accordo. Ho la coscienza pulita, porto tutto in Procura e vedremo come andrà a finire».

Intanto il direttivo del Tennis Club Trieste ha redatto un piano preciso per far fronte alle difficoltà economiche del circolo che nel rendiconto patrimoniale ed economico al 2015 registrava un disavanzo di gestione di 208mila euro e una passività di 1 milione 354mila euro.

«Senza l’una tantum pronto a chiudere»
Placeholder

«Una situazione - spiegano i vertici del circolo - verificatasi causa un aumento delle spese della scuola tennis, dei costi sostenuti per ripristinare le tre coperture danneggiate dalla Bora e una scarsa raccolta di contributi e sponsor, insufficiente a coprire i costi dell’organizzazione dei tornei internazionali e delle rappresentative agonistiche».

Negli anni 90 i soci del circolo erano in media 800, da dieci anni a questa parte sono dimezzati e il nuovo direttivo ha diminuito il canone annuale da 1080 a 480 euro. Una cifra che consente di frequentare il circolo usufruendo anche della piscina e della palestra. «Dalla scuola tennis rispetto al 2015 ricaviamo 100mila euro in più - specifica Franzin - con 60mila euro in meno di costi e 40mila euro in più di ricavi». Nel 2015 la scuola con 133 allievi aveva a carico 10 tecnici tra maestri e preparatori atletici.

Nel 2016 gli allievi sono 151, la spesa media è più elevata e i tecnici sono stati ridotti a 8. «Ce la stiamo mettendo tutta per sistemare i conti del nostro club - sottolinea Franzin -. I soci, la città ci devono dare fiducia e avere pazienza. Serve costruire, non distruggere».

Intanto domani scade il limite per il pagamento dell’una tantum di 250 euro deliberata nel corso dell’assemblea ordinaria dello scorso 22 aprile. Di fronte a una forte tensione di cassa del circolo si è evidenziata la necessità di reperire 182mila euro per onorare i debiti chiedendo un “aiuto” ai soci e un prestito a un istituto di credito.

Lo statuto prevede «la corresponsione da parte degli associati di un contributo straordinario per sopperire alle spese necessarie per eventuali interventi di ristrutturazione della sede e degli impianti o per risanamento di situazioni debitorie». «Dunque chi è socio al momento della deliberazione di assemblea deve pagare entro il 31 maggio - precisa il presidente - nei confronti di chi non versa i 250 euro verrà fatto un recupero forzoso». Lo stesso Franzin specifica che chi non intende pagare l’una tantum deve dimettersi entro domani.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo