Trieste, taxista ucciso: perizia sulla pistola
TRIESTE Passa attraverso la pistola la soluzione del giallo dell’omicidio del tassista Bruno Giraldi, avvenuto nel 200. Un delitto che, dall’agosto del 2014, vede indagato con l’accusa di omicidio Antonio Fiore, 43 anni, conosciuto nel giro dello spaccio con il soprannome di “Anton”, e per il quale Fabio Buosi, già condannato dalla Corte d’assise d’appello, ha espiato una condanna a 18 anni.
La pistola in questione è una Beretta 7.65, trovata dai carabinieri nell’ambito di un’indagine di droga pochi mesi prima dell’identificazione di Fiore. I militari e i pm Federico Frezza e Lucia Baldovin sono convinti da sempre che quella sia stata l’arma uasata per l’assassinio del taxista. Ma non è mai emerso nulla di certo.
Di qui la decisione, presa ieri mattina dal giudice Giorgio Nicoli, di disporre una perizia balistica d’ufficio, che dovrà avvalersi, si legge nel provvedimento, di «tutte le opportune verifiche e prove tecniche sull’arma e sui reperti sequestrati».
Lo scopo è quello di attribuire con certezza la proprietà della Beretta a Fiore e, di conseguenza, stabilire che quella è stata l’arma che ha ucciso Bruno Giraldi. Finora infatti, come ha dichiarato in più occasioni il difensore di Anton, l’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano, non è mai stato dimostrato che l’arma appartenesse a Fiore.
Al momento, gli unici elementi di riconducibilità della pistola al sospettato sono gli accertamenti eseguiti due anni fa effettuati dai carabinieri del Ris di Parma per conto della procura. La perizia tecnica d’ufficio disposta dal giudice Nicoli all’interno del processo in abbreviatro è stata affidata a un tecnico considerato tra i maggiori esperti di armi: Luigi Bombassei de Bona. La sua nomina sarà formalizzata in udienza il prossimo 17 maggio.
L'indagine dei pm Federico Frezza e Lucia Baldovin era partita nel febbraio del 2013 da una perquisizione effettuata dai carabinieri del nucleo investigativo nell'ambito di una storia di droga nella casa di Silvano Schiavon, 44 anni, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine.
Ma solo nell’estate del 2013, dopo agli accertamenti dei carabinieri del Ris di Parma, è stato possibile collegare l’arma all’omicidio di Giraldi. Ma quali accertamenti fossero stati effettuati in quell’occasione, non è mai stato chiarito.
In seguito c’è stato il processo in abbreviato. Con l’accusato di omicidio volontario tuttora libero in forza di un provvedimento del Riesame. Nella scorsa udienza il pm Lucia Baldovin ha chiesto la condanna a 16 anni per Anton, ritenuto il secondo responsabile della morte del tassista Bruno Giraldi, tenendo sostanzialmente conto degli unici due elementi emersi nel corso dell'istruttoria: la testimonianza del suo ex amico Alfonso Forgione, e proprio la pistola, riconducibile allo stesso Fiore.
Elementi questi ritenuti tuttavia per nulla convincenti dai giudici della Cassazione che, lo scorso anno, avevano confermato la decisione con cui il Riesame a fine 2014 aveva annullato il provvedimento di custodia cautelare in carcere chiesto dai pm. E ora arriva la perizia balistica.
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