Trieste, tasse sui posti barca Dietrofront del Fisco

L’Agenzia delle Entrate rinuncia all’applicazione dell’Imu sugli ormeggi. Obbligo di accatastamento solo per i pontili. I circoli: «Ha vinto il buon senso»

Possono tirare un grosso sospiro di sollievo gli oltre quattromila diportisti triestini sui quali pendeva, come una spada di Damocle, l’incubo del pagamento Imu sul posto barca. L’Agenzia delle Entrate, che aveva inizialmente avviato l’offensiva nei confronti dei proprietari di barche a vela e motoscafi per fare cassa, ha fatto dietrofront. E, in una lettera inviata all’amministrazione comunale di Duino Aurisina, ha chiarito che ad essere equiparati ai beni immobili non saranno i singoli ormeggi, bensì soltanto le strutture fisse, come i pontili e moli, di proprietà delle società nautiche e non dei singoli diportisti.

Un orientamento, come detto, messo nero su bianco nel parere scritto inviato alla Consulta del mare istituita dalla giunta di Duino. «In quel testo - spiega l’assessore comunale con delega alle Politiche del mare Andrea Humar - risulta chiaro che la richiesta di accatastamento riguarda soltanto i pontili e non gli specchi d’acqua adibiti all’attracco delle imbarcazioni da diporto. Un chiarimento che noi stessi avevamo chiesto e che abbiamo avuto il piacere di comunicare ai soci delle società nautiche del nostro territorio».

Naturalmente la nuova linea del Fisco verrà applicata tanto a Duino quanto a Trieste. Tutti i circoli nautici della provincia, infatti, si erano ribellati alla scure dell’Agenzia delle Entrate facendo leva sulle stesse motivazioni: no all’accatastamento dei singoli posti barca, sì a quello dei pontili. In caso contrario, avevano denunciato in più occasioni i presidenti di tutti i sodalizi, si sarebbe assestato un colpo durissimo all’intero mondo della nautica da diporto.

«Noi, su questo terreno, avevamo già fatto una scelta molto precisa - chiarisce Pierpaolo Scubini, presidente della Lega navale, storico sodalizio triestino -, dando a un tecnico l’incarico di predisporre uno studio per l’accatastamento dei soli pontili. Poi ci siamo fermati nell’attesa di ottenere dall’Agenzia delle Entrate un chiarimento su un aspetto particolarmente importante e cioè quello che riguarda il soggetto che poi dovrà materialmente firmare l’accatastamento. Per legge, a nostro giudizio, - continua Scubini - deve farlo il proprietario e non il concessionario. Nel nostro caso quindi l’Autorità portuale e non la società nautica. La lettera pervenuta al Comune di Duino Aurisina comunque va nella direzione da noi auspicata - conclude -. Non possiamo quindi che accoglierla con grande soddisfazione».

Della stessa opinione è anche Gianfranco Zotta, presidente della Pietas Julia, società nata nel 1886 e perciò una delle più antiche d’Italia: «La notizia ci fa un enorme piacere - esordisce -. Avevamo sempre contestato l’ipotesi dell’accatastamento dei posti barca. Per quanto concerne i pontili, invece, la cosa può invece avere una logica, anche se va sottolineato che noi siamo associazioni sportive dilettantistiche e, come tali, esenti dal pagamento dell’Imu, perciò anche un eventuale accatastamento dei pontili non dovrebbe comportare il conseguente pagamento di nuove tasse».

Pure Fulvio Vecchiet, presidente del Diporto nautico di Sistiana, appresa con soddisfazione la notizia che il testo pervenuto al Comune di Duino Aurisina esprime una scelta favorevole alle società nautiche, pone l’accento sulla necessità di individuare il firmatario dell’accatastamento dei pontili: «Non siamo noi i proprietari - osserva - perciò tale incombenza non dovrebbe arrivare in capo alle società nautiche. Conosco la situazione di altre società nautiche di Trieste che - ricorda Vecchiet -, già due anni fa, hanno predisposto l’accatastamento dei pontili, ma ancora aspettano di sapere a chi spetta la firma in calce».

«La lettera pervenuta al Comune di Duino Aurisina conferma che, almeno in questo frangente, ha prevalso il buon senso - è l’opinione dell’avvocato Piero Fornasaro, presidente dello Yacht Club Adriaco - perché ho sempre ritenuto delirante l’idea di dover accatastare, per poi pagare l’imposta sugli immobili, uno specchio d’acqua».

 

Riproduzione riservata © Il Piccolo