Trieste: Tares, panificatori in rivolta

Rincaro del 231% per i panifici artigianali. Confartigianato: pronti a non pagare se le aliquote saranno confermate
Di Piero Rauber
20080222 - ROMA - FIN - INFLAZIONE: ISTAT CONFERMA, A GENNAIO SALE A 2,9%. L'interno di un forno a Boscotrecase (Napoli), in una immagine del 19 ottobre 2007. Per le famiglie di operai e impiegati l'inflazione e' stata a gennaio del 2,9%, mentre l'indice armonizzato europeo mostra un tasso di crescita del 3,1%, il piu' alto dal 1997, cioe' da quando esiste la serie storica dell'Ipca. Guardando i capitoli di spesa rispetto a gennaio 2007 gli incrementi piu' significativi sono stati quelli dei trasporti (+5,4%), i prodotti alimentari e bevande analcoliche (+4,5%) e di abitazione, acqua, elettricita' e combustibili (+4%). In particolare tra gli alimentari l'Istat segnala l'incremento del prezzo del pane (+12,3%) e della pasta (+10%). Il latte ha segnato un +8,7% e la carne un +3,6% (in particolare il pollame ha registrato un +6,7%). ANSA/ARCHIVIO/CIRO FUSCO/DRN
20080222 - ROMA - FIN - INFLAZIONE: ISTAT CONFERMA, A GENNAIO SALE A 2,9%. L'interno di un forno a Boscotrecase (Napoli), in una immagine del 19 ottobre 2007. Per le famiglie di operai e impiegati l'inflazione e' stata a gennaio del 2,9%, mentre l'indice armonizzato europeo mostra un tasso di crescita del 3,1%, il piu' alto dal 1997, cioe' da quando esiste la serie storica dell'Ipca. Guardando i capitoli di spesa rispetto a gennaio 2007 gli incrementi piu' significativi sono stati quelli dei trasporti (+5,4%), i prodotti alimentari e bevande analcoliche (+4,5%) e di abitazione, acqua, elettricita' e combustibili (+4%). In particolare tra gli alimentari l'Istat segnala l'incremento del prezzo del pane (+12,3%) e della pasta (+10%). Il latte ha segnato un +8,7% e la carne un +3,6% (in particolare il pollame ha registrato un +6,7%). ANSA/ARCHIVIO/CIRO FUSCO/DRN

Pronti all’obiezione fiscale, al non pagamento della nuova tassa sulle “scovazze” se il Comune non cala le pretese. E, più che per malavoglia, per cosiddetto stato di necessità. Per «impossibilità» a pagare. Sfornano tensione, insomma, i panificatori, e ne se fa portavoce nelle ultime ore la Confartigianato.

Tutta “colpa” delle bollette della Tares recapitate in questi giorni da Esatto a tutti i contribuenti, loro compresi. Il fatto è che, proprio per loro, la sorpresa non solo c’è stata, ma si è rivelata pure amarissima. Anzi. Salatissima. Il passaggio da Tarsu a Tares, infatti, costa ai panifici artigianali un rincaro del 231%, come denuncia il direttore di Confartigianato, Enrico Eva: «È un record, secondo solo a quello delle discoteche».

«Tali panifici artigianali - osserva Eva - invece di essere considerati come panetteria, ai fini del calcolo della nuova tassa, sono stati assimilati al laboratorio alimentare, come la pizza al taglio e la gastronomia. Ne è venuta fuori questa percentuale d’aumento spropositata e insostenibile, che stride ad esempio con il 10% destinato ai bar. Abbiamo già scritto alla direzione di Esatto, chiedendo se si tratti di un errore di codifica. Non vorremmo che il Comune, per fare cassa, vada a cercare l’aliquota maggiore. Siamo di fronte a casi nei quali c’è chi deve pagare ben più di diecimila euro, anche 12, 14mila. È un momento di grossissima tensione, per i panificatori, che scontano anche le grandi metrature dei vecchi immobili di cui Trieste è piena». «Siamo per portare a casa una mediazione - ancora Eva - ma se le aliquote saranno confermate credo che la categoria non provvederà al pagamento. Non tanto per volontà ma per assenza di liquidità. E senza contare che, se non si riescono a motivare determinate scelte, un’eventuale disobbedienza civile è difficile da gestire. Avrei quindi speranza che il sindaco, che è persona sensibile, abbia appunto la sensibilità di rivedere certe aliquote».

Già perché poi, al lato pratico, stando ai conteggi fatti dal neocostituito Gruppo di lavoro di Fratelli d’Italia sulle tasse comunali, un panificatore di Trieste titolare di un laboratorio da 170 metri quadrati rischia di dover pagare una Tares di 5553 euro, contro gli 832 che verrebbe chiamato a sborsare qualora venisse seguito il criterio di conteggio adottato per esempio a Roma. Parola del consigliere comunale Claudio Giacomelli, che attacca: «Nel momento in cui la categoria dei panificatori si ritrova in grande difficoltà anche per l’invasione sul mercato del pane sloveno, il Comune invece di tutelarla l’affossa».

Chi non se la passa pure un granché bene sono parrucchiere e parrucchieri, altra categoria molto rappresentata a Trieste dall’alto dei suoi trecento saloni d’acconciatura, che si trova davanti a un rincaro del 23,77%. «Con che logicità la parrucchiera deve pagare un aumento che è il doppio di quello del barista?», si chiede ancora Eva. «Se si ritiene vi siano problemi applicativi e dubbi il Comune è a disposizione per parlarne - chiosa l’assessore al Bilancio Matteo Montesano - ma sia chiaro che non è questa una cosa fatta alle spalle di una categoria piuttosto che di un’altra».

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