Trieste, tanto caldo e poche mosche. Il 2017 top dell’olio "locale"
TRIESTE. L’olio extravergine triestino del 2017? Sarà certamente un prodotto di assoluta eccellenza, frutto di un’annata particolare, come di rado se ne sono viste. È questo il consuntivo di una stagione olivicola che, stando alla maggior parte degli imprenditori locali, è stata davvero particolare, se non addirittura unica.
Nonostante l’avvio incerto della stagione primaverile e l’annata di scarico della pianta (l’olivo alterna naturalmente annate più o meno ricche dal punto di vista quantitativo) la produzione triestina, infatti, ha tenuto bene, facendo registrare una produzione variabile da area a area. Ulteriore dato positivo: le sporadiche incursioni degli insetti a insidiare le piante. Saranno state le forti calure estive, o altri fattori ancora da determinare, ma mai come quest’anno la temibile mosca dell’olivo ha evitato quasi completamente gli oliveti. Per tale ragione quasi tutti i produttori hanno portato al frantoio un prodotto perfetto dal punto di vista fitosanitario.
Olive sane, belle, che, stando ai primi test condotti informalmente, “sostanziano” ora degli extravergini praticamente biologici, tipici, ricchi di antiossidanti fondamentali per la salute. Altra anomalia stagionale: la maturazione, giunta ben presto rispetto alle medie conosciute, probabilmente, ma questa è solo un ipotesi, proprio a causa delle alte temperature estive. «La raccolta delle olive è oramai agli sgoccioli – informa l’agronomo Paolo Parmegiani – e i diversi frantoi stanno per chiudere. Nonostante l’annata di scarico, le quantità sono considerevoli. Dal punto di vista fitosanitario, il 2017 è un anno eccezionale, una situazione praticamente all’opposto di quella del 2014, quando la mosca dell’olivo compromise quasi integralmente la stagione. Qualche danno lo hanno riscontrato solo coloro che, tardando la raccolta, hanno subito l’imperversare della bora della scorsa settimana. In questi giorni stiamo predisponendo le prime analisi sugli olii che, ovviamente, sono ancora freschi e torbidi – continua Parmegiani – e i risultati sono più che buoni sia sotto il profilo chimico che sotto il profilo organolettico. Ci pronunceremo dopo i vari test attorno alla metà di dicembre, ma l’esperienza ci dice che quest’annata va già collocata tra quelle di rilievo».
«Stiamo per chiudere», afferma a sua volta Gianni Zeriul, presidente della Cooperativa agricola di Trieste, il cui frantoio opera in quel di Domio. Anche per Zeriul «siamo di fronte a un’annata più che soddisfacente, dalle caratteristiche uniche. Per esempio – spiega – nonostante le qualità risultino minori rispetto le medie, registriamo un record assoluto di clienti che hanno portato le loro olive al frantoio. Non solo olivicoltori locali, ma pure tanti imprenditori che arrivano dal Friuli, dalla vicina Slovenia e pure dalla Croazia, e che stanno raccogliendo i primi frutti dai giovani impianti impostati. Per venire loro incontro, abbiamo aperto in anticipo rispetto gli anni passati lavorando ininterrottamente giorno e notte per cinque settimane. Sulle qualità è ancora presto per esprimerci, ma sono sicuro che avremo delle grandi soddisfazioni».
Buone sensazioni che per Fabiana Scheriani, dai terrazzamenti della muggesana Darsella di San Bartolomeo, sono ormai certezze: «Siamo contenti sotto tutti i profili. Anche la resa è buona, attorno al 15,16% (quantità d’olio ricavata per quintale di olive, ndr). Ora avvieremo alla Camera di Commercio l’iter per ottenere la Dop Tergeste per la nostra Bianchera, in tempo per poter proporre le nostre bottiglie per le festività di fine anno».
Di resa ottima parla anche Rado Kocjancic dalle campagne di San Dorligo e Bagnoli: «Le prime spremiture ci hanno confermato il 17,5%, percentuale davvero soddisfacente. Per gli appassionati dell’autoctona Bianchera, il “cultivar” triestino per eccellenza, possiamo rivelare che l’extravergine appare particolarmente piccante, a certificarne la tipicità» Sensazioni importanti pure per Euro Parovel, dell’azienda che tra le prime ha contribuito al “rinascimento” dell’extravergine triestino. Il suo frantoio di San Dorligo opera anche conto terzi. «Grande annata», osserva senza mezzi termini: «Olive perfette e, dalle prime analisi, un olio da incorniciare». Positività a sua volta dall’azienda Starec, una di quelle che hanno scritto la storia dell’extravergine triestino, che è riuscita a completare la raccolta prima che i refoli sferzassero il Breg sandorlighese. «Posso dire che erano anni che non si raccoglievano delle olive così belle e sane», afferma per l’azienda Paolo Starec: «Va da se che potremo proporre diversi “blend” di assoluto livello. Festeggeremo tutti a metà dicembre quando presenteremo il nuovo calendario dell’olivicoltura del Breg».
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