Trieste, svolta storica per il Punto franco: apre il varco ex Wärtsilä

“Spostati” 240 mila metri quadrati di agevolazioni doganali dal Porto vecchio. Giovedì prossimo l’esordio. Ieri nella sede dell’Authority la firma dell’intesa
La nuova Free Zone. Foto di Fabrizio Giraldi
La nuova Free Zone. Foto di Fabrizio Giraldi

TRIESTE. Salvo contrordini, giovedì 24 gennaio alle ore 8 si avvererà un momento di storica portata nell’ultrasecolare biografia del porto triestino: Dogana e Guardia di finanza entreranno in servizio al varco dell’ex Wärtsilä a Bagnoli. Orario 8-18. Sarà la partenza ufficiale della nuova “Free zone” industriale di Trieste.

Dopo poco più di un anno di lavorìo amministrativo, l’annuncio diverrà realtà operativa: un primo stock di punti franchi, avendo lasciato il Porto vecchio, salirà in Carso, inaugurando una stagione retroportuale che pare auspice di grandi soddisfazioni, non solo e non tanto sul versante della logistica, quanto della trasformazione industriale. Che genera occupazione. Interporto, che ha notevolmente ampliato i possedimenti originari di Fernetti, preferisce mantenere il riserbo della prudenza e non svela le trattative in corso con alcuni imprenditori interessati ai vantaggi fiscali puntofranchisti, in tema di semilavorati oltre che di magazzini. Tra questi, il dossier Seleco non è ancora considerato candidato ufficiale all’insediamento.

Ieri mattina alla Torre del Lloyd parata istituzionale per sottoscrivere l’intesa che apre la strada al decreto firmato dal presidente dell’Autorità portuale, Zeno d’Agostino: 240 mila metri quadrati, oltre un terzo del totale disponibile, costituiranno il primo spazio puntofranchista ottenuto attraverso il trasferimento del regime doganale speciale dal Porto vecchio post-demaniale. Andranno ad avvantaggiare 74 mila metri quadrati di strutture coperte articolate su due hangar, cui s’aggiungeranno 80 mila mq di piazzali scoperti.



Relativamente alle consuete dimensioni triestine, si tratta di un’area enorme, frutto dell’acquisto di mezzo stabilimento Wärtsilä, a sua volta erede delle praterie dove sorse Grandi Motori. Un’operazione da 21 milioni, resa possibile dall’aumento di capitale definito tra fine ’17 e inizio ’18, che ha portato Friulia a diventare l’azionista principe di Interporto. A dir il vero, i lavori di apprestamento sui piazzali e sul raccordo ferroviario lungo 2 km tra Bagnoli e Aquilinia sono ancora tutti da fare: inizialmente si pensava sarebbero stati realizzabili entro la primavera prossima, invece si andrà a fine anno. Il binario dovrà connettersi con i lavori programmati da Rfi sul ripristinando nodo di Aquilinia, dove il braccio infrastrutturale di Fs investirà 17 milioni per farne la stazione della zona industriale, Piattaforma logistica compresa. La nota diffusa dall’Autorità accenna anche all’ex Aquila, citazione insolita che rispolvera attenzione verso l’asset Teseco.

Interporto, presieduta dall’intramontabile Giacomo Borruso e diretta da Oliviero Petz, ha già cominciato la scorsa estate a rodare le immensità del magazzinaggio, dove le strutture sono alte 14 metri. Per ora hanno movimentato 37 mila tonnellate di merci. L’ex Autoporto di Fernetti intende dedicarsi anche a una moderata attività di refrigerazione, riservando a verdura e frutta 2 mila posti pallet.

Si diceva della parata istituzionale convocata per la firma propedeutica. Onori di casa a cura di Zeno D’Agostino, che ha sottolineato tre punti: la rapidità dell’operazione incubata per solo un anno, il risveglio dei punti franchi in precedenza «dormienti», la qualità logistico-immobiliare delle acquisizioni ex Wärtsilä agganciate alla rotaia e alla Grande Viabilità. Soddisfazione generale, a cominciare dal prefetto Anna Paola Porzio fino al sindaco di San Dorligo, Sandy Klun. Un incontenibile Roberto Dipiazza ha ricordato che in passato le aziende venivano a Trieste e cercavano invano spazi, adesso finalmente sono accontentabili. Nel coro della positività anche il presidente camerale Antonio Paoletti, che ha superato i dubbi a suo tempo manifestati sull’annessione dell’Interporto cervignanese da parte di quello triestino. Ruolo retroportuale e opportunità occupazionali i temi sottolineati dall’assessore regionale alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti, che ha firmato l’intesa su delega del governatore Fedriga. Tra le novità di giornata l’intervento di Sandra Primiceri, direttore del Coselag, che non è una sigla dei servizi di sicurezza bensì l’acronimo di Consorzio di sviluppo economico locale dell’area giuliana, in buona sostanza il nuovo Ezit (52% Autorità portuale).

Coselag ha ereditato l’inserimento dell’ex Wärtsilä nelle competenze del defunto Ezit e così il direttore Primiceri, con Dna doganale a curriculum, ha potuto mettere a buon partito le sue conoscenze. A proposito di vecchio Ezit, Coselag è proprietario del vasto piazzale fuori dai canelli Wartsila: il liquidatore Paolo Marchesi lo aveva quotato oltre un milione ma non era riuscito a venderlo. Interporto ci aveva fatto un pensiero.
 

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