Trieste, suona il piano per ore e fa fuggire i vicini
TRIESTE Il pianoforte suonato per ore e ore fino a tarda sera, con il solo intento di disturbare. Insulti. Post diffamatori sui social. Mail e messaggi offensivi. Feste chiassose. L’auto parcheggiata apposta davanti al garage.
Vita da inferno per una coppia di avvocati triestini, entrambi cinquantenni, residenti in una bifamiliare di via Commerciale. Marito e moglie hanno subìto per mesi angherie di ogni tipo da una vicina di casa, una cinquantasettenne triestina. Tanto che i due coniugi hanno dovuto addirittura cercarsi un altro alloggio. Che sperano solo provvisorio, in attesa che la situazione migliori e la vicina molesta si calmi.
Il caso è approdato in Procura: il pm Chiara De Grassi ha aperto un fascicolo per atti persecutori (stalking) e violenza privata. E ha richiesto al Tribunale di vietare all’indagata di contattare e avvicinarsi ai due legali. Richiesta che il gip Marco Casavecchia ha accolto emettendo un’ordinanza ad hoc.
D’altronde la vicenda va ben oltre alle beghe condominiali. Nelle querele i due avvocati hanno riferito dettagliatamente cosa succedeva negli ultimi mesi in quella bifamiliare di via Commerciale. Una casa con giardini privati e con un piccolo cortile in comune per l’accesso ai garage.
L’elenco delle malefatte è lungo. La cinquantasettenne, ad esempio, si divertiva a suonare il pianoforte fino a sera con il volume talmente alto che la coppia non riusciva nemmeno a sentire la televisione. È da marzo che la vicina fa così. Se marito e moglie protestavano, lei si vendicava telefonando alle forze dell’ordine accusandoli di angherie mai commesse. Nei messaggi Whatsapp sosteneva invece di essere stata «aggredita».
La donna poi parcheggiava l’auto (o lo faceva fare ai suoi ospiti) proprio davanti al garage degli avvocati. Per infastidirli sbatteva i tappeti dal terrazzo, anziché in giardino, in modo da far arrivare la polvere nell’abitazione della coppia, costretta quindi a tenere le finestre chiuse. Ecco gli insulti: «Bastardi, pezzi di m...», «Str...».
La donna talvolta si metteva al balcone e stava al telefono a voce alta. Per non parlare delle innumerevoli feste organizzate da maggio a settembre, con tanto di grida e schiamazzi fino a tardi.
Il 17 novembre, invece, la cinquantasettenne ha bloccato con delle fascette di plastica il cancello di accesso allo stabile.
La coppia di avvocati, che ha documentato l’accaduto con foto, video e screenshot, non ha potuto far altro che querelare. E si è rivolta a un collega di fiducia, l’avvocato Antonio Cattarini.
La misura cautelare del gip vieta ora alla cinquantasettenne di avvicinarsi alla coppia a una distanza inferiore ai dieci metri. Questo nella struttura abitativa, mentre all’esterno la donna deve stare distante almeno cento metri. Vietate inoltre tutte le tipologie di comunicazione e contatto. —
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