Trieste: squilibrato fa strage di animali con l'accetta in una fattoria. Cinghiale in fuga: catturato

A Borgo San Sergio un uomo si sarebbe introdotto tra le recinzioni dell'abitazione armato di un bastone di ferro, o forse di un'ascia, per fare strage degli animali: oche, galline, un cane e dei cinghiali. Uno degli esemplari catturato e sedato
Una parte degli animali fatti fuori dallo squilibrato con un'accetta (foto Massimo Silvano)
Una parte degli animali fatti fuori dallo squilibrato con un'accetta (foto Massimo Silvano)

TRIESTE Si presenta con un bastone di ferro o un badile, forse anche un’ascia. Prima prende a colpi il cane, un pastore Malinois, gli spezza una spalla e una zampa. Lo tramortisce e lo richiude in una gabbia. Poi si avventa sugli altri animali intorno. Apre recinti, libera cinghiali, maiali e altri cani. Ammazza senza alcuna pietà tutto quello che vede e riesce. Sono una cinquantina le galline, le oche e le anatre che, a fine mattinata, vengono trovate morte, stramazzate nel fango. Una sessantina i conigli uccisi. È una strage.

Mattanza in fattoria, animali in fuga a Borgo San Sergio

Quella strage è il frutto della follia di un uomo, con molta probabilità un cinquantacinquenne seguito dai servizi di salute mentale, ben noto nella zona per fatti più o meno analoghi avvenuti in passato, anche se di minor entità. Una follia che resta per qualche ora nel silenzio totale. Nessuno sa che nella tenuta di via di Peco, a Borgo San Sergio, è in atto una mattanza senza precedenti. Solo un dettaglio potrebbe far intuire qualcosa: il cinghiale di 140 chili che si aggira tra le vie del quartiere fin dalle prime ore del mattino, lo stesso che l’edicolante e la proprietaria dell’osteria di via Curiel si sono trovati improvvisamente davanti ieri, tra le 7 e le 8.30.

Trieste: il cinghiale entra nell'osteria "La scaletta"

L’esemplare, protagonista di svariati video e foto che si rincorrono per tutta la giornata su siti internet e social network, non è uno dei tanti che troppo spesso ormai, soprattutto in Carso e nelle periferie, non disdegnando tuttavia nemmeno l’ippodromo, si avvicinano ai centri abitati. Ma nessuno, per ore, lo sa e così la sua presenza a Borgo San Sergio viene accolta con un mix di preoccupazione e ironia.
In verità, come si scopre più tardi, quel cinghiale è uno dei capi custoditi nelle recinzioni della proprietà di via dei Peco. È riuscito a fuggire dalla furia omicida. È scappato in strada, seminando il panico a Borgo San Sergio, insieme ad altre due femmine che risultano tutt’ora disperse.

Trieste, cinghiale al capolinea della linea 21

Sono circa le nove quando il giovane Tiziano Milic, proprietario della fattoria, si accorge dei cadaveri sparsi attorno a casa. «Una strage davvero, davanti ai miei occhi ho visto una cosa pazzesca. Un disastro», dice scuotendo il capo. Controllando qua e là, presto si rende conto che pure le gabbie dove ha sempre tenuto maiali e cinghiali sono aperte e che del bestiame non c’è più traccia. Milic, assieme a un amico, sale su un furgone e parte alla ricerca. Sa che i cinghiali sono fuori probabilmente a zonzo per il quartiere. Sa che sono un potenziale pericolo pubblico per tutti per quanto “domestici”. In pochi attimi i due si trovano nel cuore del rione. È davanti all’osteria “La scaletta” di via Curiel che notano un curioso assembramento di persone, insieme alla Polizia. «Credevamo che tutta quella gente fosse lì perché avevano beccato quel pazzo – racconta Milic – . Quello aveva già fatto cose simili da queste parti. In un primo momento abbiamo pensato che avesse commesso altri danni, rifugiandosi nella locanda e che lo stessero tenendo lì». Invece no, dentro c’è uno dei suoi cinghiali.

Il cane ferito dallo squilibrato dopo le cure
Il cane ferito dallo squilibrato dopo le cure

L’autore del folle gesto deve aver agito attorno alle sei del mattino, stando alle ricostruzioni: sono le sette, grossomodo, quando il cinghiale viene avvistato in strada per la prima volta. «Mi ha ammazzato decine di galline e conigli e anche il cane rischia di perdere la vita – dice il giovane dopo aver fatto la sua testimonianza alla Polizia che indaga sull’episodio – perché con le ossa rotte sta soffrendo tantissimo. Non so se ce la farà, l’ha colpito selvaggiamente, spaccandogli una spalla e una zampa. L’abbiamo trovato in una gabbia stretta, quelle che normalmente usiamo per i nostri conigli, buttato là. Forse non vivrà, forse dovremo farlo sopprimere». Sul retro del furgone i due amici hanno caricato alcuni degli animali uccisi. Sono galline e anatre, perlopiù, sporche di fango. Tutte con fendenti al collo o al torace. «Credo che per fare questo abbia usato una pala o un bastone di ferro – osserva il ragazzo – è pazzesco quello che ha combinato. Senza nessuna spiegazione, senza alcun perché. Quello è matto, siamo stufi di averlo tra noi qua».

In tarda mattinata, nell’abitazione del sospettato vengono rinvenuti alcuni oggetti spariti dalla fattoria di via dei Peco. C’è anche un’ascia. Anche quella, forse, usata per la mattanza. Il danno economico, per Milic, si aggirerebbe attorno ai 4 mila euro, comprese le spese che dovrà affrontare dal veterinario per tentare di salvare il cane. Ma è l’ultimo pensiero per lui e per chi abita nel quartiere dove da anni si aggira un malato che incendia campagne e uccide animali.
 

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