Trieste, spunta il fronte dei ristoratori contrari al “Vesnaver-ter”

TRIESTE Nasce tra gli albergatori e i ristoratori triestini un gruppo unito dalla contrarietà alla modifica dello statuto Fipe che consentirebbe il superamento del limite di due mandati per il presidente. L’iniziativa è nata in questi giorni in un incontro privato tra gli stessi esercenti, confermato da più fonti anche se la voglia di esporsi pubblicamente non è molta, almeno per il momento.
Oggetto del contendere è, per l’appunto, la modifica allo statuto Fipe, la cui notizia è emersa di recente sul Piccolo: la novità principale è l’abolizione del limite dei due mandati. Una modifica non priva di impatto, visto che il secondo mandato dell’attuale presidente Bruno Vesnaver si concluderà a novembre. La scelta, confermata dallo stesso Vesnaver, ha suscitato non poco clamore nel mondo degli esercenti triestini. Tra questi c’è chi non apprezza l’idea di metter mano allo statuto, così come chi sta pensando di mettere in piedi una possibile candidatura alternativa a quella di Vesnaver.
Ma il punto della riunione, confermano i partecipanti, non era la gara per la presidenza di novembre quanto un possibile stop alla modifica del testo fondativo. «Tanti che non erano più iscritti alla Fipe, per una ragione o per l’altra, hanno deciso di tornare a iscriversi per votare contro la modifica», racconta uno degli esercenti interessati. La nuova versione del testo dovrebbe passare al vaglio dell’assemblea dei soci entro la fine del mese. Capita che le riunioni degli iscritti Fipe siano un evento piuttosto trascurato, anche perché tra i ristoratori il tempo è una risorsa preziosa, e molti preferiscono impiegarlo altrimenti, lavorando nei propri locali. L’obiettivo degli esercenti contrari alla modifica è proprio bloccarla in sede assembleare. Commenta Roberto Rodella, titolare del Buffet Da Roby di via Torre Bianca: «Io e altri colleghi non siamo interessati a cordate per tentare di prendere la presidenza, né abbiamo dei problemi con la presidenza attuale. Però intendiamo partecipare all’assemblea per bloccare la modifica allo statuto. Il rischio, altrimenti, è che anche la Fipe diventi una specie di feudo, lo dico senza riferimenti alle singole persone».
Rodella è tra coloro che da tempo hanno smesso di corrispondere l’iscrizione annuale alla federazione: «Da qualche anno mi sono rivolto altrove – racconta –. Ora però penso che mi iscriverò di nuovo, proprio per partecipare all’assemblea. La mia famiglia, io e mio padre prima di me, ha una storia quarantennale con la Fipe, e penso sia importante prendere una posizione contro eventuali interventi sullo statuto».
Tra gli esercenti c’è anche chi ritiene che la Fipe dovrebbe operare maggiore pressione sugli enti pubblici a favore del settore. Racconta un altro partecipante alla serata: «Non è possibile che il prezzo dell’occupazione del suolo pubblico a Trieste sia così alto rispetto ad altre città della regione, pure mete turistiche. Il pagamento che gli esercenti effettuano al Comune per i dehors, affiancato alla tassa di soggiorno per gli albergatori, costituisce un bel gruzzolo a costo zero per l’ente pubblico. Quei soldi dovrebbero venire utilizzati per favorire il settore in questo momento di boom turistico».—
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