Trieste, spinta in strada mentre è sul monopattino

TRIESTE «Ero sul monopattino, stavo procedendo con attenzione, come faccio sempre. All’improvviso una donna si è avvicinata a me spingendomi violentemente. Ho rischiato di finire sotto a un furgone. Poi l’ho seguita e lei mi ha picchiato».
Parla, ancora sotto choc, la ventiseienne aggredita martedì in via Alberti. La giovane ha fatto denuncia in Questura ed è andata in Pronto soccorso a farsi medicare. Ci sono testimoni che hanno assistito alla scena.
La donna che si è scagliata sulla vittima è una sessantaseienne con problemi psichiatrici, sebbene non seguita dal Csm.
L’episodio è avvenuto alle tre e mezzo del pomeriggio. La ragazza in quel momento è sul bordo della strada, dunque sul lato destro, senza ingombrare il marciapiede. Dopo aver percorso viale Campi Elisi, imbocca l’incrocio con via Alberti, poco distante dalla Pam, verso la galleria che porta in piazza Goldoni.
«Sono consapevole della pericolosità del monopattino, quindi stavo andando avanti piano e senza infastidire nessuno – spiega la ventiseienne –, non ho invaso lo spazio dei pedoni e neppure quello dei veicoli. Ma la signora, che era sul marciapiede, mi ha colpito».
Colta così di sorpresa la ragazza è lì e lì per perdere l’equilibrio. Ma riesce a mettere un piede a terra, togliendolo dalla pedana, e a non cadere.
«Ma il camioncino che stava sopraggiungendo da dietro – precisa lei – mi è passato a un centimetro dalla testa. L’ho sentito vicino, sui capelli. Poteva venirmi addosso».
La vicenda non finisce così. La giovane, incredula dell’accaduto, decide di seguire l’aggressore. «La donna è scaturita – ricorda ancora la vittima –, si è messa a urlare dandomi della ladra, dicendo che le avevo rubato il cellulare. Mentre quello che avevo in mano era il mio, che peraltro era anche caduto per terra».
A quel punto la donna scappa. «Visto che aveva tentato di ammazzarmi – precisa la ventiseienne – le sono corsa dietro prendendola per il giubbotto. Lei si è divincolata graffiandomi la mano, poi mi ha morso un braccio e mi ha stretto il collo premendo la gola con il pollice. Non riuscivo a respirare».
L’aggressore fugge nuovamente guadagnando via Tacco, ma la giovane riesce ancora a raggiungerla. «L’ho afferrata al colletto del giubbotto, ma mi ha sferrato un pugno alla costole strappandomi dal viso la mascherina».
La gente attorno si rende conto di cosa sta succedendo. Qualcuno chiama la Polizia, altri tentano di bloccare la sessantaseienne ponendosi davanti a lei. Quando gli agenti arrivano, la donna se la prende anche con loro spintonandoli e rifiutandosi di esibire i documenti.
L’aggressore (peraltro senza mascherina, motivo per cui è scattata la sanzione) probabilmente non è nuovo a fatti del genere. —
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