Trieste, soste abusive nei park per disabili. Tolleranza zero contro i “furbetti”
TRIESTE Una battaglia senza mezzi termini a suon di multe salate. Il Comune annuncia tolleranza zero contro i “furbetti” che troppo spesso usano impropriamente i parcheggi riservati ai disabili.
«Dobbiamo arrivare a far capire che è assolutamente inaccettabile sostare al posto di chi invece ne avrebbe diritto - tuona il vicesindaco Pierpaolo Roberti, anche assessore con delega alla Polizia locale -, i cittadini non devono più commettere infrazioni di questo tipo, bisogna arrivare al totale di zero multe all'anno».
Per raggiugere l'obiettivo verranno sfruttati tutti gli strumenti al momento in campo. «Il fenomeno c'è e va combattuto in ogni modo», sottolinea ancora Roberti. E per il momento il mezzo principe rimangono proprio le sanzioni. Il codice stradale e precisamente l'articolo 158 comma “g” prevedono costi salati per i contravventori: si va da 85 euro a 338 per gli automobilisti e dai 40 ai 164 euro per i motociclisti con due punti in meno sulla patente.
I numeri in questione, che rimpolpano le casse comunali, ogni anno mostrano che non c'è l’auspicato calo di trasgressori. Il dato delle ammende resta fisso, non diminuisce dal 2013. Si aggirano infatti attorno a oltre 600 le ammende comminate ai parcheggiatori abusivi.
Erano 679 nel 2013, passando a 685 nel 2014. Leggermente in calo nel 2015 con 671. Per il 2016 il dato-base di 600 è sempre presente, ma la Polizia locale ancora non sa quale sia esattamente il numero a tre cifre. La certezza comunque è che sia nella media degli anni passati.
Oggi l’offensiva antifurbetti approderà anche in Commissione urbanistica e il presidente Salvatore Porro (Fratelli d'Italia) presenterà una mozione per sollecitare un nuovo strumento di contrasto agli inadempienti. «Ben vengano tecnologie per venirci in aiuto, - commenta Roberti -, bisogna vedere se ci sono le risorse disponibili a bilancio, se non siamo in grado di sostenere queste spese potremmo sempre chiedere un contributo alla Regione».
Strumenti importanti visto che anche il numero di richieste per spazi riservati ai disabili è in aumento. Il calcolo infatti dei permessi rilasciati per i parcheggi è direttamente proporzionale al trend delle sanzioni.
In aumento sono dunque i contrassegni generici, quelli cioè che sono temporanei o hanno una certa validità e che possono essere sfruttati nei diversi stalli distribuiti sul territorio comunale, così come quelli personalizzati, che vengono utilizzati per il proprio posto auto.
L'Ufficio permessi indica 3240 le autorizzazioni totali presenti nel 2013 sul territorio triestino, arrivate a 3425 nel 2014. Se ne sono aggiunte cinquanta in più nel 2015, quindi 3475, per ammontare a 3606 nel 2016, pari a quasi 200 richieste in più.
Solitamente, fanno sapere dall'Ufficio Mobilità e traffico del Comune, i parking vengono distribuiti nelle aree vicine a uffici pubblici, scuole, farmacie, ospedali e così via. Mentre all'interno delle zone blu è d'obbligo inserire almeno un posto per portatori di handicap ogni 50 stalli o ogni frazione di 50.
Ciò vuol dire che se c'è un parking di dieci posteggi, almeno uno deve essere dedicato ai disabili. «Se ci sono parcheggi personalizzati revocati ad esempio - dicono dall'Ufficio - solitamente vengono trasformati in generici».
Non risultano invece casi “scandalosi” di persone che si avvalgono senza titolo di contrassegni per le zone riservate ai disabili. Anche se quattro, cinque casi l’anno riscontrati personalmente di automobilisti che usano in modo inappropriato il contrassegno appartenente magari a qualche parente per fare la spesa ad esempio c'è».
Testimone è Vincenzo Zoccano, presidente della Consulta regionale disabili, che nei primi anni 2000 ha visto contraffare il proprio permesso. In effetti bisognerebbe fingere bene per ottenere questa facilitazione.
«L'iter prevede la consegna di alcuni documenti tra cui un certificato del medico legale o un verbale dell'Inps - chiariscono dall'Ufficio permessi - nel caso delle autorizzazioni generiche e oltre a ciò per quelle personalizzate c'è un'apposita commissione che valuta la richiesta prendendo in esame determinati requisiti».
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