Trieste, soccorso animali: l’Enpa “salta” la gara e il servizio passa alla neonata Arca
Si chiama Arca la nuova società che, a partire da ieri, si occupa del recupero della fauna selvatica in difficoltà, ferita o morta nella provincia di Trieste.
LA NOVITà
«Speriamo di essere all’altezza di questo importante incarico pubblico: di sicuro ce la metteremo tutta per fare del nostro meglio e per offrire un servizio valido a tutti coloro i quali ci interpelleranno». Fabrizio Bressan è emozionato e preoccupato al tempo stesso. Classe 1966, triestino, webmaster, già campione europeo di football americano con un passato da aspirante forestale, Bressan è il titolare dell’Arca, una srls - “società a responsabilità limitata semplice” - triestina, nata a fine febbraio, il cui acronimo è Assistenza recupero cura animali. La società si è aggiudicata il bando indetto dalla Regione riguardo uno degli argomenti più discussi degli ultimi mesi: il soccorso degli animali selvatici feriti o in difficoltà.
Il contratto stipulato tra Arca e Regione è per ora di quattro mesi: l’obiettivo della srls è di prolungarlo per dare vita ad un servizio di lungo corso.
LA VICENDA
La necessità di una revisione di tale contratto inizia a farsi sentire nel 2019 quando l’Enpa, complice anche una mancanza di rigenerazione di volontari, si vede costretta a tagliare le ore notturne di un servizio preso in carico ufficialmente dal lontano 2000. Dopo una serie di proroghe della convenzione sottoscritta con la Regione, la gestione del servizio da parte dell’ente presieduto da Patrizia Bufo termina così il 31 dicembre scorso.
Dal prim o gennaio il recupero della fauna selvatica viene preso in carico dal Corpo forestale regionale. Il problema però è tutt’altro che risolto. Nonostante i sacrifici dei forestali la gestione del servizio necessita dell’intervento di un nuovo soggetto, tanto che anche dalla Regione arriva la notizia che si procederà a un bando per trovare un nuovo gestore.
IL SERVIZIO
Operativi sette giorni su sette, 24 ore su 24, e reperibili al 345 2556155, i lavoratori dell’Arca utilizzeranno per gli interventi una nuova piattaforma regionale per approcciarsi a un servizio piuttosto richiesto vista la grande presenza di animali selvatici, tanto sul Carso quanto anche nel centro cittadino e nelle sue periferie.
Secondo i dati forniti dalla stessa Enpa ogni anno vengono curati al Cras di via Carlo de Marchesetti oltre duemila animali selvatici (ce ne sono pure di domestici) tra cui passeri, cinciallegre, rondoni, rapaci, merli, gazze, ghiandaie, colombi, gabbiani, anatre, ricci, tartarughe, pipistrelli, rettili, scoiattoli, lepri, caprioli, cinghiali e tassi, oltre a molti animali esotici smarriti dai proprietari. «Ci muoveremo con un furgone attrezzato per recuperare gli animali selvatici in difficoltà e quelli feriti. A recuperarli sarà un esperto affiancato da altre persone. Non sono dei veterinari, quindi il loro compito sarà poi quello di portare gli animali al Cras dell’Enpa. Il nostro servizio inoltre andrà a coprire anche il recupero degli animali deceduti che poi verranno conferiti nelle strutture idonee», aggiunge Bressan.
L’ENPA
«Non abbiamo partecipato al bando perché era rivolto alle imprese commerciali mentre noi siamo un ente morale senza fini di lucro. All’Arca dico che siamo disponibilissimi alla collaborazione se le cose verranno fatte bene come le ha fatte sempre bene l’Enpa». Queste le parole di Patrizia Bufo, presidente triestina dell’associazione animalista, che motivando l’assenza dell’ente dal bando regionale, ricorda pure il proprio motto: «L’Enpa non vive sugli animali, ma per gli animali». —
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