Trieste, sindacati e genitori: «Gli under 18 prigionieri dei ricreatori»
TRIESTE A 17 anni per mano di mamma e papà? Il papà che lascia il lavoro per recuperare il suo “piccolino” ormai più alto di lui? Potrebbe accadere. A Trieste.
Nei corridoi dei ricreatori comunali e del Servizio integrativo scolastico Sis circola, infatti, una disposizione dell’area Educazione che prevede una novità: a partire dal prossimo anno scolastico - con provvedimenti graduali che dovrebbero iniziare già dall’inizio di quest’estate - tutti i minori di 18 anni, ovvero tutti i frequentatori del Sis, potranno lasciare le strutture unicamente se consegnati ai genitori o a un maggiorenne delegato.
Fino ad oggi l’obbligo riguardava i bambini da zero a sei anni, mentre dalla prima elementare alla maggiore età i ragazzi potevano uscire da soli grazie a un'autorizzazione della famiglia. Il primo step di cambiamento riguarda dall'inizio dell'estate i minori di 11 anni. Mentre per i ragazzi dagli 11 ai 18 la regola sarà questa: potrà uscire solo chi aveva già durante l'anno scolastico il permesso della famiglia, e solo se i genitori lo richiedono, e se frequenteranno la stessa struttura.
Da settembre, con il nuovo anno scolastico, la disposizione sarà valida per tutti i minori. Sindacati e genitori sono in fermento, ma l'assessore all'Educazione, Antonella Grim, nega che il provvedimento sia già operativo: «Si tratta - afferma - solo di un'iniziativa di massima precauzione -. È in corso un approfondimento per costruire norme di maggiore tutela dei minori, e il cantiere è aperto al confronto».
Specifica la dirigente dei Servizi educativi, Manuela Salvadei: «È ancora da decidere se tutti i bambini oltre i 6 anni, e nella nostra ipotesi quelli fra i 6 e gli 11, usciranno solo accompagnati da un adulto, e dobbiamo ancora discutere sulla fascia 11-18 anni».
Ma Unione sindacale di base, Cobas e Unione sindacale italiana-lavoratori enti locali già lanciano l'allarme, e in una nota avvertono: «Il provvedimento, comunicato a iscrizioni già effettuate, stravolgerebbe la filosofia e la prassi orientata alla promozione dell'autonomia in percorsi condivisi con le famiglie, i ragazzi a fronte di vincoli così stringenti non verrebbero più».
Specie, si dice, nei ricreatori. Si chiede inoltre Maria Pellizzari dell'Usb: «Perché questa deve essere l'unica dirigenza che non continua ad assumersi la responsabilità? Il provvedimento ha valore di ordine di servizio per gli operatori, e non è stato smentito dal Comune».
Perplessi anche i genitori. Dopo aver ricevuto richieste di spiegazioni, Grim ha indetto una riunione con i loro rappresentanti per il 31 maggio. Dice intanto Morena Ogrizovich Mercusa, rappresentante dei genitori del ricreatorio Ricceri: «La disposizione è stata emanata senza sentire il nostro parere. Parlo a nome del 90% dei genitori, che avrebbero grossi problemi perché i nostri adolescenti sopra gli 11 anni spesso godono già dell'autonomia, ai nuovi arrivati verrebbe tolta a priori e bruscamente. Gli diamo il patentino, possono sposarsi a 16 anni, però dobbiamo accompagnarli per mano per attraversare la strada?».
Per Tamara Bonin, che manda i figli al ricreatorio Ricceri di Borgo San Sergio, doverli accompagnare «sarebbe un disastro». Aggiunge un papà, Fabio Zanella: «Di solito i ricreatori sono in zona, e quindi comodi per far fare il tragitto ai ragazzi da soli».
E i diretti interessati? Denis Pedrocchi, 16 anni:«Un bel disagio per noi, che ci divertiamo anche ad andare a prendere i biscotti al supermercato vicino». Critica infine Alessia Rosolen, candidata a sindaco di "Un'altra Trieste popolare": «Idea inopportuna e con una tempistica sbagliata. Questa amministrazione sta lavorando per rendere sempre più difficoltoso il servizio offerto nei ricreatori. Il provvedimento abbatte l'autonomia di cui ogni bambino ha bisogno per crescere e aumenta il già drastico calo di frequenza nei ricreatori, dettato dall'inserimento della tariffa, e penalizzati a favore del Sis».
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