Trieste, si riapre la ferita che squarcia piazza Unità FOTO

TRIESTE Secondo un'antica leggenda l'arcipelago del Giappone poggia sulla schiena di un titanico pescegatto, Namazu, i cui movimenti generano i terremoti che spesso sconquassano il Paese del Sol levante. Mutatis mutandis, sembra che Trieste sia stata edificata sul dorso di un gigantesco branzino, il lettore scelga un nome a piacimento, che con una certa frequenza inarca la schiena spaccando in due piazza Unità. Ieri mattina, infatti, i passanti della «più bella piazza d'Italia» (come ha stabilito di recente un voto sul web) hanno assistito per l'ennesima volta allo spettacolo delle pietre spezzate a ingobbire il selciato. Un tic che frustra le giunte comunali triestine ormai da un decennio. Si infatti tratta della riedizione di quanto già avvenuto nella primavera del 2013 e prima ancora nel 2005.
Frattura da transennare Roberto Cosolini è un tantino esasperato: «Bisogna transennare l'area (fino a ieri sera l’operazione non era ancora stata fatta, ndr) anche se la frattura non sembra particolarmente pericolosa. Dopodiché faremo i lavori in urgenza». Per il Comune si tratta quasi di routine: «Ormai ci troviamo periodicamente a gestire questa storia - prosegue -. È molto probabile che per risolverla una volta per tutte ci voglia un intervento radicale sulla pavimentazione della piazza. Al momento un simile intervento non è all'ordine del giorno. Ci tocca quindi proseguire con le riparazioni».
Il danno Prima che i cantieri inizino, i curiosi avranno l'opportunità di vedere il danno: due lembi della piazza si sono sollevati l'uno contro l'altro, provocando la comparsa di un dosso, la frattura di diverse pietre e sbriciolando i lavori di recupero fatti in precedenza. Visto che le scuole stanno per iniziare, gli insegnanti potranno usarla come modello in miniatura per spiegare la dinamica della tettonica a placche.
Il mistero delle cause Le ragioni del fenomeno sono oggetto di un dibattito ormai pluriennale: la più quotata è che ci siano troppi pochi giunti di dilatazione, una carenza che porterebbe la piazza a criccare in presenza di forti sbalzi di temperatura. L'assetto attuale risale ai tempi dell'ultima giunta Illy, quando il titolare dell'assessorato ai lavori pubblici era Uberto Fortuna Drossi.
La leggenda vuole che nel 2005, quando si verificò il primo incidente, qualcuno abbia chiamato il nuovo inquilino del municipio, Roberto Dipiazza, avvisandolo del fatto che il selciato si stava alzando. E che questi, affacciandosi alla finestra, abbia visto trasalendo la piazza ingobbita come in un vecchio film di Godzilla. In quel caso la frattura fu di venti centimetri, piuttosto impressionante. Allora gli architetti che avevano lavorato al progetto assieme al progettista Bernard Huet (morto nel 2001) suggerirono motivazioni contingenti: «Alla base di questo disastro c'è una causa esterna - spiegavano con il sostegno dell'ex assessore Fortuna Drossi -. Una delle possibili cause è il sufflaggio di aria che viene fatto in questi giorni a meno di cento metri da qui nei cantieri sulle Rive».
I casi piu recenti Sarà, ma l'anno successivo il problema preoccupava ancora l'assessore ai Lavori pubblici Franco Bandelli: rilevato che le pietre stavano di nuovo ballando, temeva un'ulteriore frattura. Com'è noto, la vicenda ha avuto un nuovo capitolo nel 2013, stavolta ai tempi della giunta Cosolini. Anche in quel caso il Comune è intervenuto rattoppando per quanto possibile il selciato. Pochi giorni e qualche migliaio di euro di spesa dopo, la piazza era come nuova. Almeno fino a ieri, quando il cambio di stagione ha portato nuovamente le pietre a dilatarsi in modo repentino.
Jorge Luis Borges racconta di come il Gran Dio dell'Isola dei cervi intervenisse in favore del Giappone ogni qual volta il pescegatto si agitava provocando terremoti: poggiandosi all'elsa della spada con cui gli aveva trafitto il capo, costringeva il grande leviatano a calmarsi. Forse è il caso di trovare un qualche dio delle osmize che, poggiandosi a un'alabarda, faccia dare una bella calmata anche al misterioso branzino che tanto agita le pietre di piazza Unità.
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