Trieste, si allarga il focolaio a Palazzo di giustizia: 3 altri contagi tra cui un secondo giudice
TRIESTE altri tre contagiati nel Tribunale di Trieste. Dopo i casi emersi tra giovedì e venerdì - il giudice penale Massimo Tomassini della sezione Gip e un cancelliere , ieri si è appreso che i tamponi hanno dato esito positivo per un altro giudice penale non della sezione Gip, per un cancelliere della sezione fallimentare e per una contabile della Corte d’Appello. A questo punto cresce la preoccupazione per le ripercussioni sul funzionamento degli uffici giudiziari del capoluogo giuliano.
Il presidente della Corte d’Appello, Oliviero Drigani, ha subito preso contatto con il vicegovernatore e titolare della delega alla Salute, Riccardo Riccardi: il magistrato ha fatto presente le attuali problematiche all’esponente della giunta regionale, nell’ottica di concertare le misure più opportune da attuare per affrontare la situazione. Questa mattina Drigani avrà una riunione con i vertici di Tribunale, Procura e Procura Generale per fare il punto.
La certezza è che oggi le udienze saranno celebrate regolarmente mentre altri servizi saranno garantiti, ma solo in smart working. L’accesso alle cancellerie avviene solo su appuntamento già da marzo, limitando l’affluenza di pubblico. Un altra misura che ha contribuito a “difendere” il Tribunale in questi mesi.
«Stiamo facendo il possibile per tutelare la salute di chi frequenta il palazzo di giustizia ed evitare allarmismi inutili – premette Drigani –. Teniamo presente che in sette mesi non avevamo avuto un solo caso e ciò vuol dire che i controlli hanno funzionato, ma non potevamo illuderci che il nostro palazzo restasse immune a questa pandemia. L’informativa alla Regione era doverosa. Ora si tratta anzitutto di capire come si evolverà la diffusione del virus visto che siamo in attesa dell’esito di ulteriori tamponi». Diffusione che, al momento, appare stranamente “a macchia di leopardo”:
«In effetti è come se fossimo una nave che è stata colpita da più siluri in posizioni diverse – sottolinea il presidente della Corte d’Appello –. Adesso si tratta di far funzionare le nostre “paratie stagne”, isolare cioè i settori in cui lavorano le persone contagiate, senza pregiudicare la continuità dei servizi. Ovviamente si continuerà con gli interventi di sanificazione. Lo smart working consentirà di limitare il numero dei presenti. Sta continuando anche il tracciamento dei contatti per capire da dove siano arrivati i contagi e oltre Ai tamponi già eseguiti sappiamo che diverse persone hanno deciso singolarmente e spontaneamente di sottoporsi al test. L’auspicio è che venga attuato un vero e proprio screening di massa, di concerto con l’azienda sanitaria».
Tornando ai tre nuovi casi scoperti, il giudice risulta asintomatico, mentre aveva la febbre piuttosto alta il cancelliere della sezione fallimentare, seppure con sintomi non pesanti. Non sono ancora note, invece, le condizioni della contabile della Corte d’Appello.
I primi casi ad emergere, come detto, erano stati tra giovedì e venerdì quelli del giudice Tomassini e di un cancelliere. Il magistrato, che aveva sempre indossato la mascherina durante la permanenza in Tribunale giovedì, al suo ingresso a palazzo non aveva sintomi e la temperatura misurata dal termoscanner era 36,2. Poi, nel corso della mattinata, erano cominciati i primi sintomi di malessere. Conclusa l’udienza, Tomassini aveva immediatamente contattato la Salus per chiedere l’effettuazione di un tampone e si era recato nella struttura per il test. Intanto aveva fatto in modo di evitare ulteriore contatti. Alle 17 era stato raggiunto dalla telefonata dell’Azienda sanitaria che gli notificava la positività e così già nel tardo pomeriggio era stato possibile attivare le procedure antivirus previste dal protocollo, a cominciare dal contact tracing. Tutte le persone entrate in contatto diretto col giudice erano rimaste a casa così come i dipendenti con patologie pregresse ritenuti a rischio. Venerdì, poi, era stato confermata la positività del cancelliere. —
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