Trieste, sì alla vendita parziale di Palazzo Carciotti
TRIESTE Via libera alla vendita parziale di palazzo Carciotti. Ma le risorse che scaturiranno dalla vendita dei due terzi dell’immobile, la cosiddetta componente meno nobile della costruzione, dovranno necessariamente essere utilizzate per la valorizzazione dell’ex Capitaneria di porto, cioè della parte monumentale dell’edificio stesso.
Questa la decisione assunta ieri sera dal Consiglio comunale che, alle prese con la delibera intitolata Piano di alienazioni e valorizzazioni, poi approvata, ha detto sì all’unanimità a un emendamento presentato da Alessia Rosolen, consigliere di Un’Altra Trieste, in calce al quale ha poi posto la sua firma anche Paolo Rovis, capogruppo di Trieste popolare. Sull’emendamento non ha votato Piero Camber di Forza Italia.
Prima del voto sulla delibera di approvazione del Piano inteso nella sue interezza, Stefano Patuanelli, del Movimento 5Stelle, ha espresso perplessità sui margini, fino al 30% del valore, concessi alla giunta in relazione alla possibilità di scendere nel prezzo, nel caso si dovesse procedere a più proposte di vendita, prima di arrivare alla cessione definitiva. L’assessore Andrea Dapretto ha replicato spiegando che «le percentuali di elasticità sul prezzo indicate nel testo devono intendersi come massime». Molti degli interventi sono stati dedicati alla «perdita per la città di una parte del patrimonio immobiliare storico» (Franco Bandelli di Un’Altra Trieste ha anche fatto 30 secondi di silenzio “in memoria”), ma è parsa evidente la necessita di procedere in tal senso «perché - è stato a spiegato - il Comune mai avrà a disposizione i 40milioni indispensabili per poter attuare un reale piano di recupero del palazzo». È stato anche ricordato che «si continuano a spendere 500mila euro all’anno per evitare che il Carciotti crolli».
Non solo alienazioni in aula. Lorenzo Giorgi, capogruppo del Pdl, ha presentato una domanda di attualità sulla centralina di via San Lorenzo in Selva, chiedendo i che dati da essa registrati «siano presi in considerazione a tutti i livelli». L’assessore Umberto Laureni ha confermato che «per il Comune essa rappresenta un indicatore della situazione interna alla Ferriera. Mi sono già impegnato a chiedere alla Siderurgica triestina di prenderla in esame». Paolo Menis (M5S) ha ricordato che «la Siderurgica triestina ha promesso di investire 20 milioni per ridurre l’inquinamento, mentre sembra che ne abbia realmente investiti solo 2. Inoltre è oggettivo il peggioramento della situazione ambientale dopo l’arrivo di Arvedi. Anche l’Azienda per i servizi sanitari ha chiesto lumi sul tema, con un lettera ufficiale». Laureni ha risposto che «non è compito precipuo di questa amministrazione controllare l’utilizzo che Arvedi fa dei soldi pubblici in base all’accordo di programma. Mi auguro che chi è preposto a fare tali verifiche le faccia al meglio». Nel corso della seduta, il sindaco Roberto Cosolini ha commemorato Willer Bordon.
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