Trieste, sgominata la banda di via Tonello: nove arresti per traffico di droga. Ecco come operava
Una banda dedita al narcotraffico internazionale con base a Trieste è stata definitivamente smantellata, in due fasi distinte, dalle forze dell'ordine, che sono riuscite a ricostruire tutti i movimenti del sodalizio criminale.
In totale sono finiti in cella cinque triestini, due colombiani e due donne nate in Repubblica Dominicana. Gli ultimi fermi sono avvenuti nella mattina del 2 febbraio 2017 e sono stati operati dalla Squadra Mobile e dagli uomini del Commissariato di Muggia. Il reato: traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Il procedimento di fermo è giunto a conclusione di articolate e complesse attività di indagine, durate oltre un anno. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. di Trieste su richiesta dei Pubblici Ministeri D.D.A. titolari del fascicolo processuale, è scattata nei confronti di nove persone, alcune delle quali nullafacenti, altre incensurate e altre invece già note alle forze dell'ordine per reati in materia di droga.
A quattro di loro è stato contestato anche il delitto di detenzione e trasporto illegale di più armi comuni da sparo. A seguito delle attività investigative esperite, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, è stata accertata l’esistenza di un sodalizio criminale radicato ed operante a Trieste e con collegamenti con la Spagna e la Colombia.
Gli arrestati. Rispondono ai nomi di: Jonathan Andres Suarez Cabezas, Karen Maria Baez Lantigua, Carmen Maria Lantigua Burdiez, Cabezas Bazan Liliana, Roberto Indelicato, Eliana Clarot, Devid Lombardi, Fabrizio Steiner e Luigi Cordella.
La struttura della banda. Capeggiava l'organizzazione la figura di Jonathan Andrez Suarez Cabezas, insieme alla compagna Karen Maria che lo sostituiva in caso di assenza e manteneva i rapporti con gli altri associati tratti in arresto a metà gennaio. Cabezas si occupava dell’approvvigionamento dalla Spagna e/o dalla Slovenia di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana, nonché di armi, destinati al mercato locale e spacciati da soggetti di fiducia come Luis Alfredo Alava Panchano, coadiuvato da Heyman Leonardo Suarez Lizalda detto "Paco". In aiuto, all'occorrenza, anche "Andres", ovvero Carlos Augusto Renteira Garcia (tutti sottoposti a fermo di indiziato di delitto lo scorso 19 gennaio).
Carmen Maria e Karen Maria, madre e figlia, collaboravano e si sostituivano in caso di assenza, accompagnandosi vicendevolmente agli incontri con i corrieri dai quali ritiravano la droga. I viaggi in Spagna erano effettuati per consegnare a Suarez Cabezas il denaro da investire in nuovi acquisti illeciti.
La prima delle due era incaricata, anche, di effettuare attività di controllo nei pressi dei centri di spaccio per assicurarsi che non vi fossero agenti in borghese o macchine civetta a sorvegliare la zona.
Liliana Cabezas Bazan, madre di Suarez, era consapevole del ruolo del figlio e dell’esistenza dell’associazione. Personalmente gli consegnava in momenti diversi 22.000 euro per acquistare lo stupefacente, oltre a fornirgli numerose schede telefoniche attivate a nome di cittadini stranieri inesistenti o ignari.
Il ruolo degli italiani. Il "Veterano", ovvero Luigi Cordella, pregiudicato per reati in materia di prostituzione, svolgeva mansioni di autista per Baez Lantigua. Era stato incaricato del trasporto ad Alava dei quantitativi di droga via via necessari allo spaccio, al ritiro degli incassi ed alla consegna degli stessi a Baez Lantigua, incaricata della custodia di parte del denaro.
Roberto Indelicato, detto Roby, di professione taxista, in alcuni casi aiutato dalla moglie Eliana Clarot (arrestati a metà gennaio) svolgeva – in sostituzione o in alternativa a Cordella - il ruolo di autista negli spostamenti più importanti e delicati, anche finalizzati al rifornimento di droga ed altro. Dopo la partenza per la Spagna dei vertici, ha ricevuto in consegna 100 grammi di cocaina suddivisa in confezioni, con l’incarico di trasportarle ad Alava Panchano per la vendita, ritirando il denaro incassato dallo spaccio.
La destinazione della spedizione era Vicenza, dove "Roby" si è recato il 13 gennaio per ritirare lo stupefacente fatto spedire da Suarez (circa 7 chili di Marijuana e più di gr. 700 di cocaina) e le armi (4 fucili) trasportando il tutto sino al suo garage. L'ultima tappa è stata l'aeroporto di Treviso, per andare a prendere Suarez e Baez Lantigua e condurli fino allo stesso garage.
Devid Lombardi e Fabrizio Steiner sono invece clienti abituali di Alava Panchano: hanno acquistato stupefacente da rivendere a terzi, facendo conto sulla costante disponibilità di droga del sodalizio per soddisfare le esigenze della propria clientela.
Cocaina a casa della vecchina inconsapevole. La droga giungeva in Italia con “Consegne A Domicilio”. A Trieste era stata predisposta una rete di spaccio, dunque, i cui componenti svolgevano compiti ben determinati che andavano dal reperire le basi logistiche, alla conservazione della droga, fino allo spaccio al minuto, garantendo al gruppo un introito di circa 60.000 euro al mese. Nell’ambito dell’attività e a riscontro delle indagini, le autorità hanno sequestrato una pistola calibro 9 e le relative munizioni, 2.2 kg di cocaina e circa 1.4 kg. di marijuana tenuti in casa da un’anziana e inconsapevole signora.
Nelle diverse fasi dell’operazione, sono stati complessivamente rinvenuti oltre tre kg di cocaina e più di otto di marijuana.
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