Trieste, secondo atto per la disfida Ressel-D’Annunzio: nasce il comitato per l’inventore

Dopo l’appello firmato anche dal rettore, ecco la “cordata” con Triestebella capofila «La città della scienza onori il genio dell’elica con una statua e il Museo del mare»

TRIESTE Un comitato per far diventare realtà le proposte di valorizzazione della figura di Josef Ressel – inventore dell’elica navale e ispettore forestale autore del rimboschimento del Carso – in vista del 2020 quando Trieste sarà capitale europea della scienza. A portare avanti l’impegno è l’architetto Roberto Barocchi, presidente di Triestebella, già tra i promotori assieme al presidente del Circolo Istria, Livio Dorigo della lettera-appello presentata tre mesi fa e sottoscritta anche da esponenti del mondo accademico come il rettore dell’università di Trieste Maurizio Fermeglia e Ilaria Garofolo, direttore del dipartimento di Ingegneria e Architettura.

Il nuovo ente

Martedì è fissato un incontro nella sede della Barcolana (ci sarà anche il presidente Mitja Gialuz) per costituire il comitato. «Uno dei primi obiettivi sarà completare l’organizzazione di un convegno dedicato a Ressel in concomitanza con la Barcolana – spiega Barocchi –. Poi l’intenzione è realizzare il sogno di dedicargli un monumento. Pensavamo a una statua come quelle di Joyce, Saba e Svevo, davanti alle rive o al museo del mare. Meglio ancora sarebbe poterne realizzare una con basamento ampio, che consenta ai passanti di sedersi accanto a Ressel. Un bel modo, anche se postumo, per fargli sentire l’affetto della gente. Venne ingiustamente bistrattato dalla Trieste irredentista dell’epoca in quanto non italiano. Tanto che la statua realizzata coi soldi raccolti da un comitato di triestini non fu voluta dall’amministrazione comunale e alla fine venne collocata a Vienna, davanti al Politecnico, dove si trova tuttora». «La capitale fu ben felice di ospitare il monumento – aggiunge il presidente di Triestebella –, nonostante Ressel fosse boemo e anche a Lubiana esiste una statua a lui dedicata. Persino il suo nome fu storpiato. A Trieste un vicolo cieco in periferia è dedicato a “Giuseppe” Ressel mentre a San Dorligo esiste una strada “Josip” Ressel. Ora uno dei nostri obiettivi è far correggere il nome sia sulla targa che sulla segnaletica. A San Dorligo la commissione ha approvato la modifica e verrà collocato un monumento con un’elica fornita da Wärtsilä».

Dalla statua al museo

Altre proposte per celebrare Ressel: « Intitolargli il nuovo museo del mare in Porto Vecchio con una sala dedicata in cui siano illustrate le sue numerose invenzioni e la geniale attività di innovatore in campo forestale – sottolinea Barocchi –. Vorremmo che fosse realizzato in Carso un bosco resseliano secondo la tecnica da lui stesso descritta. Più in generale le finalità del comitato saranno quelle di fare in modo che la figura di Ressel sia adeguatamente celebrata facendo conoscere al mondo che Trieste è la città dell’elica navale». Nel 2019 cade il 190° anniversario della sperimentazione a Trieste (agosto 1839) che rivoluzionò il trasporto marittimo.

Josef contro il vate

Inevitabile una considerazione sulla petizione aperta mercoledì dal libraio Paolo Deganutti (superate in 24 ore le 540 firme) per proporre la collocazione di una statua di Josef Ressel in piazza della Borsa. «Una statua all’inventore in piazza, in antitesi a quella di D’Annunzio? Potrebbe essere una collocazione valida – osserva Barocchi –. A titolo personale, visto che l’associazione è apartitica, io ho firmato la petizione contro la statua di D’Annunzio perché di fatto il Vate non ha mai avuto legami autentici con Trieste. Avrebbe più senso una statua a Margherita Hack, tanto per fare un esempio. E poi rischierebbe di essere percepita come uno sdoganamento del fascismo».

L’affondo del pd

Intanto, nel dibattito su mostra e statua dedicate a D’Annunzio interviene il Pd con una nota sottoscritta dai consiglieri comunali Giovanni Barbo, Valentina Repini e Fabiana Martini. «Chiediamo – affermano – che l’amministrazione comunale dimostri con i fatti di tenere a quell’internazionalità citata a più riprese anche nelle premesse della delibera sulla mostra. Sulla statua nulla abbiamo da eccepire rispetto alla rilevanza culturale di D’Annunzio, ma ci lasciano perplessi le motivazioni dell’assessore: ha detto chiaro e tondo che verrà fatta in virtù del “legame della città con i fatti avvenuti a Fiume, così come c’è un collegamento di Trieste con Istria, Fiume e Dalmazia, nell’ambito dei fatti avvenuti fra Prima e Seconda guerra mondiale”. Purtroppo è difficile non leggere nelle motivazioni addotte per la statua un’eco dell’ “incidente” diplomatico di Tajani il 10 febbraio, e poi nella condivisione, il 2 giugno, della cartina della “Grande Italia” da parte dell’assessore Giorgi. Il rischio che questa si trasformi in un’operazione-nostalgia è più che concreto». —


 

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