Trieste, scompare uno dei simboli della Ferriera. È l’ora della demolizione del gasometro

Gasometro della Ferriera, le operazioni di smontaggio in una foto di alcuni giorni fa
Gasometro della Ferriera, le operazioni di smontaggio in una foto di alcuni giorni fa

TRIESTE Uno dei simboli della Ferriera, che i triestini e non solo loro notavano passando sulla sopraelevata e che aveva un ruolo importante nello stabilimento, sta per sparire.

È giunta l’ora infatti dello smantellamento del gasometro, l’imponente struttura in ferro realizzata nel 1964. Prosegue quindi l’opera di dismissione dell’area a caldo e di alcune strutture un tempo funzionali al comprensorio ma che d’ora in poi non serviranno più. Sono stati in tanti in questi giorni a notare le operazioni in corso, che hanno dapprima visto i pezzi mancanti su un lato della “gabbia” e poi si sono domandati se davvero fosse arrivato il momento della demolizione.

Ad aiutare a ricostruire la storia del gasometro c’è chi ha seguito per anni da vicino le vicende legate allo storico stabilimento siderurgico. «Io sono fuori dall’impianto da aprile – precisa Thomas Trost, Rsu Fiom – ma so che ci sono varie ditte che stanno operando all’interno, e alcune in particolare che, con cesoie idrauliche e altri macchinari adeguati, stanno demolendo gran parte delle strutture che ormai non saranno più utili al futuro della zona. E tra queste c’è pure il gasometro. Credo si stia procedendo in modo molto rapido. Quella struttura – prosegue Trost – aveva diverse funzioni, ed era una delle più grandi e importanti dello stabilimento. E doveva essere costantemente monitorata, considerando anche il fatto che si trovava a poca distanza dal centro abitato. C’era quindi una manutenzione costante e molto attenta. E, nei periodi di maggior lavoro, vi veniva impiegata una quarantina di persone». Negli anni sono stati tanti gli operai e i tecnici utilizzati per il funzionamento dell’impianto, che serviva per proprio raccogliere e immagazzinare il gas. «Salvo situazioni particolari c’erano tre turni diversi con una quindicina di dipendenti impiegati», aggiunge Cristian Prella della Failms Cisal: «Conteneva il gas afo, un mix di aria della cockeria e dell’altoforno. Chi si occupava del gasometro in pratica regolava il flusso che serviva per la pressione del forno, per alzare o abbassare la temperatura e per mantenere una pressione costante. Era quindi importante per la produzione e la sicurezza».

Il gasometro è citato anche tra i passi previsti nell’accordo di programma per l’attuazione del piano di riconversione dell’area. Ultimo dei punti nell’elenco di interventi finalizzati allo smantellamento, dopo la dismissione di cokeria, agglomerato e macchina a colare. «Credo che molti cambiamenti si vedano ora anche dal mare – aggiunge Prella – perché si sta abbassando quella linea di strutture che per anni tutti siamo stati abituati a vedere. Penso che stiano procedendo secondo quanto era stato stabilito, con l’obiettivo di consegnare l’area a febbraio. Molto materiale fronte mare è stato asportato. C’è un impatto visivo che credo colpisca soprattutto chi, per tanti anni, ha lavorato lì». —




 

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