Trieste, sciopero a dicembre per 200 bancari Unicredit
Decisione annunciata dalle Rsu dopo il giro di assemblee nelle filiali. Sotto accusa i carichi di lavoro giudicati insostenibili
Lasorte Trieste 16/10/18 - Via S.Nicolo, Via Roma, Inaugurazione Sede Unicredit
TRIESTE La misura è colma e la decisione ormai definitivamente presa: per denunciare i carichi di lavoro diventati insostenibili i dipendenti Unicredit scenderanno in sciopero nei primi giorni di dicembre. L’annuncio è stato dato ieri dalle Rsu del gruppo bancario, secondo cui lo stop all’attività degli sportelli è l’unica arma utile per poter lottare efficacemente «contro l’atteggiamento dell’istituto, che non tiene conto delle esigenze e delle proteste dei lavoratori». Per questo l’astensione dal lavoro sarà attuata prima della fine dell’anno e sarà completata da manifestazioni in piazza «nel corso delle quali spiegheremo al pubblico le nostre difficoltà».
Da tempo è in atto una forte protesta da parte delle sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil, oltre che degli autonomi della Fabi e dell’Unisin, che lamentano «un costante calo dei livelli occupazionali per quanto riguarda il settore degli sportelli - hanno più volte sottolineato - ritmi di lavoro stressanti, che hanno provocato problemi di salute in molti colleghi, un’insostenibile pressione esercitata sui lavoratori e indirizzata alla vendita di prodotti finanziari».
Completate in questi giorni le assemblee nell’area che comprende le filiali di Trieste e Gorizia, che contano rispettivamente circa 200 e 100 dipendenti, i rappresentanti sindacali hanno dato l’avvio alla procedura per la proclamazione dello sciopero. Che, come detto, scatterà ai primi di dicembre, salvo improvvisi e improbabili cambi di rotta da parte dei vertici bancari. «La legge - spiega Ernesto Granzotto della Uil, parlando anche a nome dei colleghi sindacalisti - impone che, inizialmente, si proceda con il tentativo di conciliazione perché siamo un servizio pubblico. Perciò entro qualche giorno presenteremo alla direzione una serie di richieste, di cui sarà data comunicazione anche all’Abi, l’associazione che riunisce le banche italiane. Ma sappiamo che l’istituto, come ha fatto in tutti questi mesi, risponderà picche alle nostre rivendicazioni, che riguardano l’aumento dei livelli occupazionali, da attuare con assunzioni, una migliore dislocazione degli orari di lavoro, la realizzazione del tanto decantato ammodernamento tecnologico, che non c’è stato. Perciò – ha annunciato - sarà inevitabile proclamare lo sciopero, che non potrà iniziare però, anche in questo caso per motivi di legge, prima che siano trascorsi 35 giorni dal tentativo di conciliazione fra le parti. Per questo motivo – ha aggiunto – arriveremo ai primi di dicembre».
Ad aumentare la tensione anche la oramai prossima chiusura della storica sede dell’istituto in piazza della Borsa. «Un’operazione che porterà il travaso di migliaia di rapporti nella nuova agenzia di via San Nicolò - ha ripreso Granzotto - , che conterà circa 16mila clienti. Un numero notevole, che si tradurrà in un super lavoro per tutti gli addetti».
Nelle giornate in cui si svolgerà lo sciopero, saranno allestiti anche dei banchetti in centro città, dove rappresentanti sindacali e lavoratori illustreranno alla popolazione le ragioni della protesta.
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