Trieste, scioperano i fisioterapisti della Pineta del Carso

È la prima volta nella storia della casa di cura. La protesta indetta dall’Usb. E l’azienda minaccia di adire le vie legali
Foto BRUNI 14.12.2018 Manifestazioni dipendenti della Pineta del Carso
Foto BRUNI 14.12.2018 Manifestazioni dipendenti della Pineta del Carso

TRIESTE. Primo sciopero dei fisioterapisti che lavorano alla Pineta del Carso, la struttura sanitaria di Aurisina specializzata nelle terapie riabilitative. Uno stop indetto dall’Unione sindacale di base (Usb), alla quale aderisce la metà dei 26 fisioterapisti dipendenti (a una cifra analoga ammontano i professionisti esterni). Lo sciopero è stato accompagnato da un presidio, che ha sfidato la recrudescenza meteo davanti alla sede triestina della clinica, situata all’interno del complesso “le Torri” in via d’Alviano.

L’inedita protesta intreccia ragioni di carattere operativo e motivi legati alla rappresentanza sindacale. Come ricordava ieri mattina Sacha Colautti, uno dei leader di Usb, la sigla intende avviare un confronto con la direzione aziendale sulla regolamentazione del lavoro festivo, sull’integrativo contrattuale, sui carichi di lavoro che interessano soprattutto i reparti alle prese con le degenze più delicate.

In complesso - ha precisato Colautti con la “consulenza” di alcune iscritte a Usb - sono circa 120 i pazienti seguiti dalla fisioterapia della clinica, ai quali si aggiunge il lavoro ambulatoriale svolto a Trieste. Il nodo probabilmente più intricato da districarsi riguarda la gestione dei festivi, che da lavoro volontario è diventato - lamenta Usb - di fatto obbligatorio e inserito nella turnazione. Ma la tensione correlata alle questioni organizzative è stata alimentata anche dallo scontro sui diritti sindacali: in aprile Usb ha iniziato l’attività alla Pinea del Carso e la direzione aveva accettato il confronto. Poi dal 26 novembre l’improvvisa retromarcia: niente rappresentatività riconosciuta a Usb, niente possibilità di convocare assemblee, niente bacheche. «L’espulsione di un’organizzazione sindacale rappresentativa è un fatto gravissimo e antidemocratico», riporta il comunicato Usb.

Al quale replica seccamente una nota della casa di cura firmata dall’amministratore delegato Alberto Visintin. La società - argomenta - in questi ultimi mesi ha «bonariamente» acconsentito ad ascoltare le richieste di alcuni lavoratori presentate per il tramite dell’Usb, organizzazione non firmataria del contratto nazionale. Pineta del Carso si dissocia dalle affermazioni contenute nel volantino-comunicato di Usb riservandosi «di adire le vie legali a tutela della propria immagine».

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