Trieste scelta da "Subway", il colosso dei panini personalizzati

La catena americana di ristorazione mira a tutto il mercato del Fvg, adesso cerca

Imprenditori cercansi. È questo il cartello che Subway, la più grande catena di ristorazione al mondo per numero di ristoranti, ha iniziato virtualmente ad attaccare a ogni angolo del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, con l’obiettivo di proseguire una politica di espansione che ha preso il via tre anni fa, in seguito alle aperture di Bolzano, Trento, Merano e Verona.

Il franchisor americano, un colosso da 44mila ristoranti, 5mila dei quali solo nel Vecchio continente, ha così lanciato una sfida: penetrare nel mercato italiano, patria dello slow food, con la ristorazione veloce del “made to order sandwich”, che vuole i panini e le insalate di qualità preparate all’istante in base alle esigenze dei clienti. I ristoranti concessi in franchising e gestiti da partner locali in Italia sono otto. Oltre a quelli di Bolzano, Merano, Trento, Verona, Pisa, Firenze, Torino e Roma, Subway ha anche aperto sette ristoranti all’interno delle basi Nato, Aviano compresa, presenti nel Paese.

Silvano Trieste 19/10/2017 Christian Türcke, Developement Agent Subway
Silvano Trieste 19/10/2017 Christian Türcke, Developement Agent Subway

Adesso il Nord-Est sembra essere finito in cima alla lista dei desideri stilata dalla multinazionale fondata nel 1965 dall’allora diciassettenne Fred De Luca. Lo conferma direttamente Christian Türcke, agente di sviluppo Subway per l’intero Nord Italia, che è arrivato nella giornata di ieri a Trieste per intrecciare le prime relazioni significative su questo territorio. Subway, infatti, guarda al capoluogo giuliano come alla sua prima scelta per quanto riguarda l’intero Friuli Venezia Giulia.

«Il Nord-Est ha un grande potenziale – ha spiegato il manager tedesco - . Trieste, in particolare, con i suoi 200mila abitanti ha per noi una dimensione ideale. È nostra intenzione sbarcare in città nel 2018». I ventimila studenti dell’ateneo giuliano, oltretutto, rappresentano una fetta di mercato importante per l’azienda fondata nel Connecticut, che in oltre cinquant’anni di attività è riuscita a superare per diffusione territoriale il colosso McDonald’s. «Una media di 150mila euro» è l’investimento che lo stesso Türcke ha indicato come «necessario per avviare l’attività».

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Subway, sulle cifre che ruotano attorno ai propri ristoranti, di più non dice, «anche perché l’azienda non diventa titolare dell’attività e ogni singolo imprenditore gode della sua autonomia - la sua precisazione -. Dopo aver chiamato il numero verde 800129393, con l’apporto del capitale si ottiene un pacchetto completo, comprensivo della licenza concessa nel contratto di franchising, dei locali, delle attrezzature di cucina e degli arredi. La nostra politica, inoltre, prevede che l’imprenditore e i suoi dipendenti vengano adeguatamente formati e supportati anche nel corso della loro attività».

I numeri sembrano dar ragione a Subway, se si considera che i titolari dei ristoranti di Trento e Verona sono già pronti a raddoppiare l’attività, provando così a seguire la scia tracciata dallo stesso Türcke, che è diventato un agente di sviluppo dopo aver aperto in Germania otto ristoranti. «La crescita del nostro marchio gode di una trazione interna all’azienda – così il manager -, visto che oltre il 60% delle nuove aperture è opera di chi ha già una licenza Subway». Non è però solo una questione di denaro. Subway ricerca imprenditori che, in linea con la tipica filosofia a stelle e strisce, si rimbocchino le maniche e accettino di stare anche dietro al bancone, per gestire gli affari dove questi prendono forma, fra un panino e un’insalata. Plotkins Dzintars, titolare del Subway di Trento, a tre anni dall’apertura dell’attività certifica «un indice di crescita annuale del 5%» e una presenza «di circa 250-300 clienti al giorno».

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