Trieste, scatta l’obbligo di “scorta” per i ragazzi della Stuparich
Da oggi, gli studenti della scuola media Carlo Stuparich non potranno più uscire in autonomia dall’istituto a fine lezioni e dovranno venir prelevati dai loro genitori o da chi in loro delega. La circolare che ufficializza la novità è arrivata due giorni fa: «In attesa di chiarimenti interpretativi o innovazioni normative volte a definire con esattezza la problematica, si comunica che a partire da giovedì 9 novembre (oggi, ndr) l’uscita autonoma degli alunni della scuola è temporaneamente e cautelativamente sospesa».
I giovani studenti e studentesse della Stuparich si chiedono perché si sia giunti a una disposizione del genere. «Assurda. Orribile – commentano –. Un’ingiustizia. Senza senso. Imbarazzante, che ti cambia la vita». Riflettono poi sui disagi causati non solo a loro personalmente, ma anche alle famiglie, le quali, affermano, non saranno tutte in grado di venirli a prendere. Iniziano inoltre ad appassionarsi all’idea di manifestare e cominciano a gridare in coro: «Vogliamo scioperare!».
Quello che per loro è poco più di uno scherzo, verrà oggi effettivamente messo in pratica dai loro genitori. Ieri, in risposta alla circolare e viaggiando alla sua stessa velocità, è iniziata infatti a girare tramite il passaparola e i gruppi WhatsApp dei genitori delle varie classi la proposta di non andare a prelevare i propri figli a scuola per protesta. «Abbiamo avuto un preavviso di soli due giorni e non ci si può reinventare in così poco tempo», contestano in molti.
Oggi, ognuno deciderà per sé il da farsi. Edoardo Chicco ed Ester Lenardon hanno sei figli ed entrambi lavorano durante l’orario di uscita da scuola della prole. «Siamo contrari non solo per i nostri problemi a livello organizzativo – afferma lui – ma anche per la stessa maturazione dei ragazzi. In più, tutto ciò ci distoglie dai veri temi dell’istruzione». Ester invece spiega: «I genitori sono molto arrabbiati prima di tutto con le linee del ministero, che ha tenuto poco conto delle esigenze delle famiglie». Aggiunge poi che bisogna essere uniti per manifestare, ma si chiede anche quali potrebbero essere le conseguenze della protesta per gli insegnanti di sorveglianza all’ultima ora.
Ci sono poi anche voci opposte, come quella del presidente del consiglio d’istituto Nino Bidini, il quale però precisa di esprimersi a titolo strettamente personale e non in quanto rappresentante dei genitori: «La scuola sta applicando la legge dello Stato. Se troverà soluzione alternative, meglio – aggiunge –. Altrimenti, da domani (oggi, ndr) si sarà obbligati e chi non potrà andare personalmente a prendere i ragazzi, dovrà trovare una soluzione».
La nuova disposizione dell’istituto non sconvolgerà genitori come Luisa Tironi, che viene regolarmente a prelevare sua figlia in quanto abita lontano rispetto alla scuola. «Però capisco i disagi per gli altri genitori», commenta. Attualmente, la preside Tiziana Napolitano dell’istituto comprensivo Weiss, che include anche la scuola secondaria di primo grado Carlo Stuparich, è (per ora?) l’unica a livello provinciale ad essersi mossa in questa direzione.
Così spiega la sua decisione: «Ho proceduto in maniera autonoma perché il mio ruolo è rispettare la legge e ciò non si discute, come ha precisato la ministra». Nonostante ciò, asserisce: «Io sono ancora fermamente convinta che si debba puntare sull’autonomia degli studenti, addirittura non solo nel venire a scuola da soli, ma anche nel lasciarli far la ricreazione senza essere sorvegliati a vista». «Però – si chiede – perché mi devo assumere delle responsabilità che esulano dal mio ruolo e rispondere di tasca mia, visto che il Tar ha già dato la sua visione?». Infine, conclude: «Ora, in autonomia, ogni preside risponderà delle sue responsabilità. Un patto di corresponsabilità coi genitori e il regolamento interno non sono grado di mettere in discussione delle leggi di rango superiore».
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