Trieste, scatta la “gara in salita” per le palestre comunali
TRIESTE Dopo una serie di proroghe e di polemiche, arriva il nuovo bando di gara per la selezione del soggetto concessionario nella gestione delle palestre comunali in orario extrascolastico. Una convenzione che include complessivamente quaranta impianti cittadini utilizzati per l’attività sportiva: 37 si trovano in edifici scolastici di competenza comunale e a questi si aggiungono le due palestre presenti all’interno dello stadio Rocco e la “Cobolli” di via della Valle. Sono circa 120 le società sportive e ricreative della provincia che utilizzano le strutture, per un totale di oltre 6mila praticanti e di 40mila ore annue, tra allenamenti, partite, corsi e lezioni.
La concessione avrà durata triennale, mentre la gara per il nuovo soggetto gestore, come si legge nella delibera approvata dalla giunta, sarà aperta alle federazioni sportive, agli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni e a società e associazioni sportive dilettantistiche affiliate.
Il nuovo gestore si occuperà principalmente dei servizi di sorveglianza e di pulizia delle palestre, incasserà dalle diverse società le quote per l’utilizzo delle strutture e dovrà versare al Comune ogni anno un canone di 26.600 euro più Iva. Le tariffe sono fissate dall’amministrazione comunale e prevedono un massimo di 23 euro all’ora per le gare e di 18 euro per gli allenamenti, ma per le associazioni sportive dilettantistiche le tariffe applicate sono grossomodo la metà di quelle indicate.
Nei mesi scorsi era scoppiato il caso sollevato da un paio di società sportive di pallavolo che avevano chiesto a gran voce al Comune la concessione diretta delle palestre, in modo tale da poter accedere ai finanziamenti regionali per riqualificare i rispettivi impianti, che si presentano in condizioni particolarmente critiche.
A farsi avanti erano stati il centro sportivo Coselli, scuola federale di pallavolo, per la palestra Morpurgo di Campi Elisi e Virtus Pallavolo, in relazione alla palestra della scuola Svevo.
Una questione che era finita per ben due volte sotto la lente di ingrandimento della commissione Trasparenza, in virtù delle mozioni presentate dal gruppo consiliare di Un’Altra Trieste, che aveva chiesto una revisione del regolamento comunale, incassando peraltro il sì bipartisan dei consiglieri.
«Il bando è stato predisposto per la gestione complessiva delle palestre e dunque adesso si parte in questi termini - afferma l’assessore comunale allo Sport Edi Kraus -. Una volta individuato il nuovo gestore, valuteremo la situazione e lavoreremo per risolvere i singoli casi. E mi riferisco alla Virtus pallavolo che ha presentato una richiesta ufficiale per la palestra Svevo mentre dal centro Coselli non abbiamo ancora ricevuto alcuna documentazione».
«Credo si possa arrivare a una soluzione, ma dobbiamo tener conto dei diversi interessi, facendo convivere tutte le esigenze, in primis quelle scolastiche e poi quelle degli sport minori, attraverso un percorso chiaro e trasparente». La porta rimane dunque aperta anche se l’iter non appare così immediato.
La concessione delle palestre comunali era in scadenza già nel settembre dello scorso anno ed è stata prorogata per due volte. La prima per due mesi fino a novembre e poi, in seconda battuta, per altri quattro, fino al 31 marzo di quest’anno. Da una quindicina d’anni il servizio viene svolto dalla Polisportiva dilettantistica Tergestina, che conta anche su una seconda convenzione stipulata con la Provincia.
«Ci presenteremo anche per questo bando, più che altro per puro spirito di servizio, visto che siamo quasi tutti volontari - afferma Daniele Bassi, presidente della Tergestina -. Esistono però delle problematiche, in quanto tre palestre, quelle del Rocco e la Caprin di Valmaura, sono inutilizzabili per importanti lavori di ristrutturazione».
«Ci auguriamo che i tempi di chiusura degli interventi siano rispettati, in particolare per le palestre del Rocco, che il sindaco ha assicurato saranno pronte per giugno. Auspichiamo infine che al futuro gestore non sia applicata l’Iva sul canone, come peraltro sta facendo la Provincia, in quanto si tratta di palestre scolastiche: un costo che altrimenti andrebbe a ricadere sulle già magre finanze delle piccole società sportive».
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