Trieste: scaffali aperti per le feste, sindacati tagliati fuori
Il 25 aprile che si celebra oggi? Da Liberazione a liberalizzazione. Totale, o quasi. E il Primo maggio che verrà giovedì, allora? Da festa dal lavoro a festa sul lavoro, benché per molti ma non proprio per tutti. Della serie: c’è più resistenza (al lavoro) nel giorno dedicato al lavoro che in quello dedicato alla resistenza (quella vera). Il passo dei tempi dunque, a prescindere dalla crisi, s’allontana di anno in anno dai “c’era una volta”, poiché di anno in anno c’è qualcun altro che si aggiunge alla lista di chi s’è adeguato, e non santifica più la festa, ancorché in questo caso “pagana”. Non è più tempo di favole, insomma, neanche a Trieste, dove le aperture festive - in particolare nella grande distribuzione - fanno tendenza. Non ci crede, alle favole, di certo chi il lavoro non ce l’ha più, e farebbe addirittura carte false per essere chiamato in turno, anche tutti i festivi, se necessario. Non ci crede nemmeno chi invece il lavoro ce l’ha, cui un giorno in più a casa per tirare il fiato e per passare del tempo con i propri cari non farebbe affatto schifo, specie in occasione, appunto, di una festa “comandata”.
Dopo Pasqua e soprattutto Pasquetta, in cui la deregulation ha tenuto alzate già parecchie serrande, è tempo quindi di ricorrenze laiche. Ricorrenze durante le quali - alla faccia dell’appello al «rispetto del valore di 25 aprile e Primo maggio» lanciato 48 ore fa dai vertici regionali della triplice sindacale incarnata da Cgil, Cisl e Uil - nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, qui come altrove, e per quanto riguarda in primis la grande distribuzione, andranno in scena delle giornate di (quasi) ordinaria fatica. Tra le due date, soprattutto in quella odierna. Il 25 aprile, a tale proposito, è sempre meno festa, e ciò è inopinabile. La stragrande maggioranza dei supermercati, infatti, oggi (come si può vedere dalla tabella, ndr) resterà aperta, come già è accaduto per l’appunto nel corso del Lunedì dell’Angelo che ci siamo lasciati dietro. Faranno eccezione solo i punti vendita della catena “rossa” per antonomasia: Coop Nordest. «Chiusi per scelta». E «valori in corso», valori tipo famiglia e tipo diritto al riposo, e probabilmente pure quelli della Liberazione e delle conquiste operaie, ad anagrammare i lavori che, come detto, non saranno in corso. Sono gli slogan appiccicati all’ingresso, e che vogliono veicolare - come vanno ripetendo ad esempio nel supermercato di via della Tesa - una precisa filosofia che va di questi tempi controcorrente e che intercetta, allargando il tiro, soltanto un centro commerciale sui tre operativi a livello provinciale. L’unico che resterà chiuso oggi è quello di Montedoro, e in fondo non stupisce, visto che dietro la sua nascita ci sono state proprio le Coop Nordest, che dentro hanno realizzato tra l’altro il loro ipercoop. «Come sempre il centro commerciale rispetta le festività», osserva il direttore del Freetime Sergio Bavazzano.
A regime ridottissimo, a onor del vero, lavoreranno anche le “nostre” Cooperative operaie: solo l’iper delle Torri e Gran Duino, in effetti, non lasceranno in questa giornata le serrande abbassate. Relax, invece, per i dipendenti impegnati negli altri market di casa, informa il direttore generale Pier Paolo Della Valle. Dalla direzione triveneta della Despar, quindi, fanno sapere che le filiali aperte al pubblico oggi saranno quattro su dieci, ferma restando «la libertà degli altri negozi affiliati» di decidere il da farsi in autonomia. Qualcosa si muoverà poi non solo tra centri commerciali e grande distribuzione. Pure tra i negozianti del centro città, difatti, potrebbe esserci più di qualcuno interessato a provarci, previsioni meteo alla mano. «C’è una diffusa volontà di aprire, ma il tempo è fonte d’incertezza», conferma il presidente dei dettaglianti Mauro Di Ilio. Il quale non nasconde che, tra 25 aprile e Primo maggio, le maggiori possibilità di vedere una certa vitalità ricadono sulla giornata di oggi. La Festa del lavoro, in effetti, ha evidentemente la scorza più dura di fronte al cambiamento. L’hanno perforata lo stesso, nel senso che faranno girare come si suol dire l’economia nonostante tutto, Billa, Bosco, Pam e soprattutto Zazzeron, e ci mancherebbe, dato che è la catena che professa i 365 giorni l’anno al servizio del potenziale cliente.
@PierRaub
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