Trieste, salvò uomo finito in mare: il sindaco consegna una medaglia ad Alessandro Gallo

Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha consegnato oggi la medaglia bronzea e lo stemma con l'alabarda del comune di Trieste ad Alessandro Gallo, quale riconoscimento per il gesto eroico da lui compiuto la mattina del 21 dicembre, quando si è tuffato in mare davanti a Piazza Unità d'Italia, per salvare la vita a un uomo che rischiava di annegare.
La storia è stata raccontata in esclusiva dal Piccolo all'indomani del fatto. Oggi Andrea Lasorte era in Municipio per filmare la cerimonia di consegna del riconoscimento in diretta sulla nostra pagina Facebook.
Gallo ha ringraziato sentitamente il primo cittadino per l'inaspettato riconoscimento e ha spiegato lo svolgimento dei fatti. Il sindaco Dipiazza ha rivolto a Gallo parole di vivo apprezzamento per «un gesto che onora tutta la città, tanto più perchè compiuto da un ventenne che rappresenta le nuove generazioni forse troppo spesso criticate»

L'Intervista ad Alessandro pubblicata il 23 dicembre (a cura di Lillo Montalto Monella)
Cosa fareste voi dopo aver salvato la vita a un uomo che stava per morire annegato? Una volta dimesso dall’ospedale, Alessandro Gallo, studente di economia di 20 anni, ha preso il treno come fa ogni giorno per fare su e giù dalla facoltà, è rientrato a casa ed è andato dritto dritto in camera sua. A dormire per qualche ora, sotto una coperta calda. Quella «signora dell’ambulanza» gli aveva detto che l’uomo si sarebbe salvato. Gli bastava. «Ero già felice così».
Il giorno dopo il “miracolo di Natale” sulle Rive siamo riusciti a rintracciare quel ragazzo-eroe che, senza pensarci su due volte, si è gettato nell’acqua ghiacciata per soccorrere una persona che stava per affogare nel bacino. Al telefono la sua voce è gentile e posata. Riflette il carattere discreto di uno studente che, dopo l’avvenimento, ne aveva parlato solo con gli amici stretti e la famiglia. È stato proprio il padre, imprenditore di serramenti e infissi originario di San Canzian d’Isonzo, ad aiutarci a metterci in contatto con Alessandro, che per scelta non è su Facebook.

«Faccio il pendolare e avevo appena finito l’ultima lezione dell’anno. Erano circa le undici e mezza quando, tornando in stazione per prendere il treno, un signore anziano mi ha chiamato. Mi ha detto che c’era qualcuno in acqua, a circa 100 metri dalla scala reale», racconta il ventenne. «L’uomo in mare aveva già perso i sensi. Stava galleggiando a peso morto con la faccia rivolta verso il fondale. Ho visto però che uscivano delle bolle, e quindi respirava ancora. Mi sono tolto allora il giubbino, il telefono e il portafogli e mi sono buttato per salvarlo». Da questo momento i ricordi di Alessandro perdono praticamente ogni dimensione temporale. Le bracciate per raggiungere il corpo, la manovra per girargli il volto verso il cielo, la schiuma bianca che fuoriusce dalla bocca del 49enne, il ritorno verso la prima risalita possibile, con la temperatura dell’acqua che morde i muscoli, intorno ai 12 gradi.
«Lui ormai non si muoveva più, l’ho portato di peso a riva. Sono arrivato stanco morto, anche per il peso dei vestiti addosso. Avevo ancora jeans, felpona, maglietta e scarpe - se me le fossi tolte, mi sarei distrutto i piedi con le cozze. Non ho visto se c’era gente o meno intorno, a quel punto non connettevo più. Ero congelato. Sono uscito, e insieme al signore anziano che mi aveva chiamato l’abbiamo alzato di peso e messo sulla rampa. Qualcuno per fortuna aveva chiamato l’ambulanza, che è arrivata proprio in quel momento». Alessandro va in palestra e di solito corre per tenersi in forma. Ma una cosa è certa. «Nonostante faccia sempre attività motoria, se la scalinata fosse stata più distante non so se ce l’avrei fatta». È stato durante il tragitto verso l’ospedale di Cattinara che la “signora dell’ambulanza” gli ha detto che la persona soccorsa non era in codice rosso. Una volta giunto in nosocomio «mi hanno scaldato, visitato, dato una flebo di liquido caldo e dimesso. Verso le 16 sono tornato a casa».
Il nome dell’uomo resta ancora per Alessandro un mistero, così come le dinamiche che lo hanno portato a finire in acqua. Il giovane studente ammette che naturalmente gli farebbe piacere reincontrarlo, ma durante il racconto si ferma e chiede: «Voi al Piccolo sapete per caso dirmi come sta?». Gli abbiamo riferito quello che ha comunicato in serata l’Azienda sanitaria. Ovvero che l’uomo salvato da Alessandro è ancora ricoverato in medicina d’urgenza, ma che l’insufficienza respiratoria con la quale era arrivato in ospedale è stata superata. «Alla fine, quando l’ho tirato fuori, ho visto che gli si sono aperti gli occhi». Forse, in quel momento, avrà intuito che quel ragazzo fradicio e infreddolito gli aveva appena salvato la vita.
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