Trieste, salvataggio Alcatel Lucent: la Fiom lancia l’ultimatum
La vertenza Alcatel Lucent è per Fiom-Cgil una pregiudiziale, che si inserisce nell’azione avviata a febbraio con cui il sindacato chiede a Regione, Provincia e Comune un piano straordinario per creare nuova occupazione. E in mancanza di risposte concrete, integrate con una visione di fondo sulle politiche industriali e occupazionali, Fiom-Cgil è fermamente intenzionata a proporre una mobilitazione generalizzata della città, «chiamando “a raccolta” attorno alla vertenza Alcatel, tutte le persone che vogliono difendere l’idea che senza lavoro e diritti questa città non ha nessun futuro». Un appello deciso, rivolto ai lavoratori delle aziende in crisi (come Sertubi e Burgo), ai disoccupati, ai precari e anche ai commercianti, «strangolati dalla crisi».
Nel giorno che precede un atteso confronto al Ministero dello sviluppo economico sul futuro dello stabilimento di via Monte d’oro («ci aspettiamo risposte industriali e di garanzie occupazionali non a breve termine, e di stabilizzazione dei lavoratori interinali»), Fiom-Cgil lancia un chiaro messaggio alla Regione, dove un altro tavolo su Alcatel è previsto martedì prossimo. «Pur avendo speso milioni di euro per la stesura della fibra ottica - afferma Alexander Vecchiet - la Regione manca di una visione strategica sulla produzione di hardware e sullo sviluppo di contenuti supplettivi dei servizi sociali. Ad oggi - aggiunge - l’amministrazione regionale, e la politica in particolare, non hanno mai esplicitato il futuro informatico della regione e l’integrazione fra infrastruttura, servizi ai cittadini e servizi alle aziende». E dunque Fiom-Cgil chiede con decisione un’integrazione tra le realtà tecnologiche e di ricerca triestine, vale a dire Insiel, Alcatel Lucent, Sincrotrone e Università.
Temendo che le garanzie industriali di Alcatel e Flextronics siano insufficienti, Sasha Colautti, vicesegretario provinciale di Fiom-Cgil, afferma che «la fusione di Alcatel con Nokia punta a slegare la ricerca dalla produzione. Non si sa così se fra tre, quattro anni la realizzazione dei futuri prodotti sarà affidata a Flextronics, acquirente dello stabilimento di Trieste».
Fiom-Cgil rimarca di conseguenza la necessità di garanzie dal governo (quando Nokia presenterà, al momento della fusione, un piano industriale, ndr). «Ci aspettiamo - afferma ancora Colautti - impegni precisi e un peso politico. Bisogna attuare sinergie affinchè anche Flextronics abbia un ruolo nella ricerca, e nello stesso tempo la Regione raggiunga un accordo di programma in modo che certe produzioni si realizzino qui. Si devono creare i presupposti perchè le aziende rimangano sul nostro territorio».
Attualmente, osservano i ancora i due sindacalisti, il prodotto “triestino” di Alcatel Lucent è competitivo. Ma fra qualche anno, posto che servono adeguamenti costanti dei dispositivi sulle reti a fibra ottica, lo sarà ancora? «Bisogna approfittare di questa crisi - sottolinea Vecchiet, rivolto alla Regione - per rilanciare e rendere più attrattive le nostre aziende. Non basta mettere il cavo a fibra ottica, bisogna anche avere i dispositivi per usare la rete, senza doverli acquistare altrove».
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