Trieste, salta in aria la villetta. Grave il proprietario

Non c’è più traccia della bella villetta a tre piani al civico 114 di San Antonio in Bosco, frazione di San Dorligo della Valle. Al suo posto solo un ammasso di macerie, pezzi di tegole, vetro e mattoni sparsi in un raggio di oltre cinquanta metri. Un ferito grave, Gianfranco Zucca di 50 anni, in rianimazione con ustioni su oltre il 50% del corpo. Lo stesso che, secondo gli inquirenti, potrebbe aver innescato volutamente l’esplosione, provocata da una fuga di gas. Una delle ipotesi al vaglio gli investigatori, infatti, è che non si sia trattato di un incidente bensì di un gesto deliberato. Un gesto commesso, forse, per “punire” la moglie, con cui aveva da tempo rapporti difficili e che l’aveva denunciato per violenze.
Erano da poco passate le 8.15 di ieri mattina quando gli abitanti del piccolo centro abitato a pochi chilometri da Trieste sono stati svegliati da un boato fortissimo. Uno scoppio che ha messo in allarme i circa duemila residenti della frazione. Poi il fumo, alto e denso, che ha indicato ai primissimi soccorritori il luogo dell’esplosione.
Zucca, proprietario insieme alla moglie della casa esplosa, è stato trovato con gli abiti ridotti a brandelli e ustioni su gran parte del corpo, seduto su quello che rimaneva del muro della cucina della sua villetta, che dava sulla strada. Ferito gravemente, con schegge di legno conficcate in una mano e diversi traumi. Ma vivo. Nel momento dell’esplosione era solo in casa. Da alcuni giorni la moglie si era dovuta allontanare dall’abitazione per problemi di coppia, insieme ai due figli, un ragazzo di 20 anni e una giovane di 14.
L’uomo, grazie all’aiuto di alcuni vicini, è riuscito ad allontanarsi dalla macerie e dall’incendio che stava divampando sulle travi di legno con materiale infiammabile sparso ovunque. Poi l’arrivo dei soccorsi, allertati attraverso il numero unico di emergenza 112. Tempestive e frenetiche le manovre dei sanitari del 118 giunti sul posto con un’auto medicalizzata e un’ambulanza. Il ferito è stato immediatamente trasportato sul mezzo di soccorso e lì intubato. Dopo pochi minuti l’ambulanza e l’auto medica sono partite a sirene spiegate verso il Pronto soccorso di Cattinara. L’uomo è stato ricoverato d’urgenza nel reparto di Terapia intensiva, come detto, con ustioni su oltre il 50% del corpo. Fonti sanitarie hanno fatto sapere che, quanto prima, sarà trasferito in uno dei centri ospedalieri del Nordest per grandi ustionati. La prognosi rimane riservata e l’uomo resta in pericolo di vita.
Nel giro di pochi minuti dalla chiamata al Nue, sono giunti sul posto anche tre squadre dei vigili del fuoco dalle centrali di Trieste e Muggia, con due autopompe, un’autobotte e un’autoscala. Sul posto in un’operazione congiunta, sono poi arrivati agenti della polizia di Trieste e di Muggia, e pattuglie dei carabinieri della Compagnia di via Hermet e di Muggia. Gli agenti di polizia giudiziaria hanno provveduto poi ai sopralluoghi e ai rilievi per stilare i rapporti che entreranno a far parte del fascicolo che finirà prestissimo all’attenzione della Procura della Repubblica. Fascicolo, come detto, che non potrà non tener conto dei precedenti dell’uomo, già denunciato per violenze dalla moglie, costretta appunto, anche per questo, a lasciare la casa di Sant’Antonio in Bosco insieme ai figli. Per lui, nel caso in cui venisse accertata la natura volontaria del gesto, potrebbe scattare addirittura l’accusa di strage.
Tra le case limitrofe, quella che ha subito i maggiori danni è stata la villetta subito adiacente a quella esplosa. La condivisione di un muro perimetrale e la prossimità dello scoppio hanno causato danni strutturali allo stabile che, in una zona limitata, è stato dichiarato inagibile dai vigili del fuoco. Nello scoppio sono saltati anche i cavi elettrici dei vicini pali, lasciando senza energia gran parte della zona. Tecnici dell’AcegasApsAmga hanno invece attestato la conformità dell’impianto di fornitura del gas, fino al contatore della casa esplosa. Escludendo dunque qualunque ipotesi causale legata all’impianto esterno dell’abitazione. Su disposizioni dei tecnici dei vigili del fuoco, l’AcegasApsAmga ha poi provveduto alla chiusura del gas per la casa esplosa e per quella adiacente.
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