Trieste, Roma spiana la strada alla “nuova” Ferriera
TRIESTE Poco meno di tre ore, dalle 11 alle 13.54 di lunedì scorso, per promuovere, con un elenco di prescrizioni, il “progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo nell’area della Ferriera di Servola». Reindustrializzazione e bonifica potranno partire, l’accordo di programma - sottoscritto nel 2014 - sta quindi assumendo una veste operativa. Sono occorse cinque riunioni della Conferenza dei servizi presso il ministero dell’Ambiente - la prima si tenne nel gennaio di quest’anno - per consentire, in sede tecnica, il decollo del piano Arvedi dedicato allo stabilimento siderurgico triestino. L’ufficialità del via libera verrà comunque conferita dal decreto co-firmato dai ministri competenti, che sono Gian Luca Galletti (Ambiente) e Federica Guidi (Sviluppo economico). Con questo la realizzazione del laminatoio avrà il timbro finale. Attenzione però, puntualizza l’assessore comunale all’Ambiente, Umberto Laureni: il via libera riguarda la parte “nuova” del programma di rilancio, mentre proseguirà il confronto in Regione in tema di Aia (Autorizzazione integrata ambientale) riguardante gli impianti esistenti, sul funzionamento e sull’efficacia ambientale dei quali - come è noto - le pubbliche amministrazioni triestine vogliono tenere alta la guardia.
All’appuntamento ministeriale in via Cristoforo Colombo n.44 erano presenti Roberto Shak e Daniele Bertuzzi per la Regione Fvg, Gianfranco Caputi per il Comune di Trieste, Fabio Cella per la Provincia, Fabio Rizzi per l’Autorità portuale, Francesco Zampetti per l’Ispra, Laura Schiozzi per l’Arpa. Al tavolo, inoltre, Siderurgica Triestina, azienda interessata, e Invitalia, emanazione del ministero dello Sviluppo Economico. A presiedere la riunione per il dicastero ospitante Laura D’Aprile.
Come si evince dal profilo professionale dei partecipanti, il contenuto della riunione era esplicitamente tecnico. Con riferimento all’articolo 252-bis del Decreto legislativo 152/2006 la Conferenza ha ritenuto «approvabile» il progetto preparato dal gruppo siderurgico che fa capo all’industriale cremonese. Ma chiede una serie di ulteriori chiarimenti e interventi che arrivano al numero 42 nel verbale firmato lunedì mattina. Quarantadue punti che a loro volta si articolano in sei “contenitori”: misure di prevenzione; analisi di rischio; descrizione degli interventi di messa in sicurezza operativa e reindustrializzazione; descrizione degli interventi di messa in sicurezza operativa dei suoli; descrizione degli interventi di messa in sicurezza operativa delle acque di falda mediante barrieramento idraulico; piani di monitoraggio delle varie matrici ambientali. Questo, procedendo per titoli, è quanto riporta il verbale. Risulta un po’ curioso che il ministero dell’Ambiente abbia trasmesso alle 20.42 di lunedì sera un comunicato relativo a una riunione terminata alle 14, di oggettiva rilevanza per il territorio triestino.
Tant’è che l’unica reazione ufficiale, a parte i chiarimenti di Laureni, è giunta dalla governatrice Debora Serracchiani, che si trova negli Stati Uniti, nel tardo pomeriggio di ieri. «Il progetto presentato dal gruppo Arvedi - osserva la presidente della Regione Fvg - segue un corso lineare, e ciò conferma che gli sforzi espressi dalla Regione per accompagnare il sito della Ferriera verso il risanamento e verso una reindustrializzazione sostenibile erano ben indirizzati». «La sinergia delle istituzioni - prosegue la dichiarazione - è stata finora molto importante, e continuerà anche in vista degli ulteriori interventi di riqualificazione ambientale dell’area, incluso l’ammodernamento dei sistemi anti-emissione che sono in capo all’azienda». Va ricordato che Serracchiani, con decreto del premier Matteo Renzi, è dal 7 agosto commissario straordinario per la bonifica del sito. La risorsa pubblica ammonta a 41,5 milioni.
Infine il senatore Lorenzo Battista (Per le Autonomie) ha interrogato il ministro Galetti per sapere se le attività in corso nella zona dove sorgerà il laminatoio «facciano parte dei lavori già autorizzati oppure se rientrino tra quelli che ancora non hanno visto approvazione definitiva».
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