Trieste, rivolta social contro il flop Electric Run
TRIESTE «Un’immersione in un universo parallelo, dove ballare tra alberi fluorescenti che cambiano sfumature a ritmo di musica, tunnel di arcobaleni luminosi e giganti oggetti gommosi». Così veniva pubblicizzata la Electric Run, corsa notturna andata in scena sabato scorso sul percorso viale Miramare-Porto vecchio. Un evento tanto atteso, anche perchè accompagnato da un insistente tam tam sul web, che però ha lasciato l’amaro in bocca a molti partecipanti. Lo confermano le decine di commenti al vetriolo postati sui social, che denunciano la distanza siderale tra i video e le foto usate per pubblicizzare l’evento e il misero risultato finale. E rivelano di aver provato una delusione simile a quella di cui si è vittima quando la triste margherita surgelata estratta dal forno di casa non assomiglia nemmeno un po’ all’allettante pizza fumante riprodotta sulla confezione.
Per molti partecipanti, insomma, la corsa di sabato scorso è stata un autentico flop. «Percorso buio, pochi elementi luminosi, poca musica, tratti interi del percorso senza una nota, una tristezza infinita», commentano i triestini che hanno inondato i social network di proteste. Il malcontento è diffuso. Qualcuno sostiene che l'orario scelto per dare il via alla corsa di 5 km che partendo da piazza Libertà, passando all'interno del Porto vecchio portava in piazza Unità, era sbagliato. «Non permetteva di far risaltare le poche istallazioni luminose, già rese poco evidenti dai lampioni lasciati accesi lungo il percorso», sostengono i partecipanti. Critiche anche per l’assenza un numero sufficiente di bottigliette d'acqua e per il “triste” kit consegnato agli iscritti contenete una semplice T-Shirt e dei braccialetti fluo. La delusione dei partecipati è stata tale da spingerli persino ad inviare delle mail al sindaco di Sesto San Giovanni (Mi) - la località scelta per la prossima tappa dell'iniziativa - per metterlo su chi va là. E la pagina Facebook che reclamizzava l'evento nel comune lombardo è stata costretta a bloccare alcuni commentatori.
Detto questo, l'Electric Run potrebbe semplicemente venir archiviata come un evento non proprio riuscito, almeno a detta dei partecipanti. Ma a non consentire di lasciare correre, sono i 73.200 euro che il Comune ha destinato alla Vega Events di Buja per l’organizzazione dell’iniziativa. L’anticipazione di 21.960 euro è già stata autorizzata, mentre i 51.240 euro che la giunta è tenuta a versare a fine evento non sono stati ancora erogati. «La sensazione è indubbiamente che ci sia del malcontento - ammettete Paolo Polidori, vicesindaco con delega ai grandi eventi -. Ho verificato la correttezza di tutte le “pratiche” di competenza del Comune (dalla logistica alla viabilità). Ora, carte alla mano, andrò a vedere se sono stati rispettati tutti gli altri parametri previsti nel contratto. In caso contrario esistono delle penali».
Ma quanti sono stati i partecipanti? «Diecimila», risponde Simone Bortolotti, legale rappresentante di Vega Events. Salvo poi correggersi precisando che «non è stato ancora calcolato il numero degli iscritti e che il numero di 10mila include quanti, senza aver preso parte alla corsa, si sono poi riversati in piazza Unità per la festa musicale di fine evento». Amareggiato anche per la volgarità e la veemenza di alcuni messaggi inviati al suo profilo social nonché per le mail spedite al primo cittadino di Sesto San Giovanni, il giovane imprenditore sostiene che «sono stati inseriti tutti gli elementi concordati con il Comune Quanto alla torre gonfiabile afflosciata fotografata da alcuni partecipanti lungo il percorso, è stata squarciata da qualcuno con una lama. Possono esserci stati dei disservizi, - ammette - e sono disposto a metterci la faccia e a venire a Trieste per confrontarmi con chi non è rimasto soddisfatto. Ma accetto le critiche, non la maleducazione: spero ci siano le condizioni per ritornare a Trieste il prossimo anno».
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