Trieste, ritardi “diabolici” a Notre Dame de Sion

Don Malnati: «A causa della Soprintendenza rischiamo di perdere i 70mila euro per il campanile»
La chiesa di Notre Dame de Sion (foto Lasorte)
La chiesa di Notre Dame de Sion (foto Lasorte)

TRIESTE Perdere per una volta 70mila euro è forse umano, ma perseverare mai come in questo caso sarebbe diabolico perché è di una chiesa che si sta parlando e i soldi come ha ricordato recentemente Papa Francesco sono «lo sterco del diavolo».

La denuncia arriva da don Ettore Malnati che è parroco della chiesa in questione, quella di Notre Dame de Sion in via don Minzoni a San Vito, oltre a essere vicario del vescovo Crepaldi. Sulle facciate e sul campanile sono in corso lavori di restauro, ma sulla sommità di quest’ultimo è la Soprintendenza ai Beni architettonici delegata a intervenire in quanto si tratta di ripristinare un florilegio in pietra con cariatidi.

«C’era a disposizione, finalizzato a questo scopo, un contributo statale di 70mila euro nel dicembre scorso - sostiene il parroco - ma poi i soldi non sono stati stanziati a causa della mancanza di una firma da parte della Soprintendenza. Quei soldi sono così andati persi, ma per una seconda volta sono stati previsti nel bilancio la primavera scorsa. L’appalto però non è stato mai bandito e secondo voci di corridoio, ripeto voci di corridoio - sottolinea don Malnati - stanno per venir persi una seconda volta».

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Perché non sincerarsene direttamente senza fermarsi alle voci di corridoio? «Ho scritto per due volte alla Soprintendenza per chiedere chiarimenti e fare un sollecito - replica il parroco - ma in nessuna delle due occasioni, l’ultima delle quali meno di un mese fa, ho ricevuto il minimo cenno di risposta».

Peccato, perché sia nella restante parte del campanile, quella più in basso, che sulle facciate della chiesa le operazioni di restauro stanno andando avanti. «Siamo intervenuti sia sulle pareti interne che su quelle esterne del campanile - spiega ancora il religioso - in particolare per porre rimedio ai danni causati dalle infiltrazioni d’acqua grazie a 50mila euro raccolti con una colletta tra i fedeli e ad altri 50mila che ci verranno dati dal disciolto Fondo Trieste e che abbiamo aniticipato grazie a un mutuo fatto con la Banca di Staranzano». Altri 80mila euro di finanziamento del Fondo Trieste invece vengono utilizzati per la messa in sicurezza e il rifacimento di alcune parti delle facciate tanto che anche la chiesa ora appare ingabbiata dalle impalcature.

Le suore francesi della Congregazione di Notre Dame de Sion, fondata dall’ebreo convertito Teodoro Ratisbonne, giunsero a Trieste nel 1883 e fecero costruire sul colle di San Vito un collegio con annessa scuola per l’educazione e l’istruzione per le giovani delle migliori famiglie non solo di Trieste, ma anche di una vasta area del Centro Europa.

Il complesso, su progetto dell’architetto Giovanni Righetti, fu inaugurato nel 1886, mentre la chiesa, ideata dall’architetto francese Laborey, fu costruita dal capomastro Francesco Ferluga. La chiesa è stata donata alla diocesi quando il Collegio è stato chiuso attorno al 1970.

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