Trieste, rissa tra gang rivali, terrore in via del Toro

Aggressione a colpi di spranghe e catene tra bande di serbi e kosovari. A distanza di poche ore un secondo pestaggio in Viale
La rissa con spranghe avvenuta in via del Toro (Foto tratta dal profilo Facebook di Giovanni Bacaro)
La rissa con spranghe avvenuta in via del Toro (Foto tratta dal profilo Facebook di Giovanni Bacaro)

TRIESTE Sono le otto e un quarto di lunedì sera quando un ignaro cittadino parcheggia la sua vecchia Cinquecento in via del Toro, a fianco di una trattoria. La strada, in quel momento, è tranquilla. Un gruppo di giovani immigrati è al bar dell’angolo, “Il Tiffany”. Ridono e scherzano. Sembra un momento di ritrovo, l’appuntamento prima di una pizza. Altri quattro o cinque stanno seduti sul bordo del marciapiede, davanti alle serrande abbassate di un negozio. Canotta sportiva, berretto tirato sugli occhi, jeans, cicca in bocca. Parlano straniero. Su, da una finestra, escono musica e voci allegre. L’ignaro cittadino imbocca via Ginnastica verso via Carducci. Giusto qualche istante prima dell’inferno. La scena è immortalata dagli appartamenti in alto con dei telefonini. Una banda di venti o trenta uomini, alcuni armati di spranghe, che parte all’assalto del gruppetto di giovani vicino al “Tiffany”, o forse di quelli seduti sul marciapiede. Difficile capirlo, perché i testimoni ricordano solo un fuggi fuggi generale. Urla, colpi.

“Kosovari contro serbi”, dicono tutti qui in zona. Bande contro bande. Qualche minuto forse, tanto basta per far scoprire alla città il volto oscuro dei clan di immigrati in un circolo di risse su risse. Violenze che durano da giorni, culminate ieri a mezzogiorno e mezzo con un altro pestaggio in Viale, l’ennesimo pare. In pieno centro, davanti alla gente. Dietro ci sarebbe una storia di molestie o di attenzioni su una giovane, avvenuta sabato scorso a Barcola verso gli ultimi Topolini. Un posto dove starebbero avvenendo continui casi di bullismo e minacce tra ragazzi di diverse nazionalità e che avrebbero originato lo scontro di lunedì.

Proprio sabato, in spiaggia, alcuni kosovari avrebbero adocchiato una ragazzina, pare di origine serba. E per questo sarebbero stati picchiati domenica, in un’altra lite sfociata tra bande, all’inizio del Viale. La vendetta dei kosovari, con le spranghe di ferro in mano, non si è fatta attendere: si è consumata la sera dopo, nella baraonda di via del Toro.

E poi, di nuovo, ieri a mezzogiorno e mezzo, sempre in Viale, lì della fontana, e via Battisti. Ancora un kosovaro di mezzo. Un giovane tra i venti- venticinque anni, che si troverà con un orecchio insanguinato, colpito da un pugno con un oggetto metallico. Soccorso dall’ambulanza, sarà portato in pronto soccorso e poi in questura per le indagini. Prima, raccontano, anche un’irruzione nella farmacia vicina, per chiedere soccorso. Ma, subito dopo, l’arrivo di un “capo” che ordina di lasciare la zona.

Non si esclude un collegamento tra i due fatti: forse un’ulteriore resa dei conti, ipotesi che troverebbe conferma dai racconti in piazza tra i ragazzi. Tra chi ha visto e chi sa. Ma le ricostruzioni non sono facili, perché l’assalto in via del Toro è sfuggito alle forze dell’ordine: in serata parte una chiamata alla polizia, ma la zona in quel momento è di competenza dei carabinieri ai quali viene girata la segnalazione. Dal comando di via dell’Istria, a quanto pare, non può però intervenire nessuno: i militari disponibili sarebbero stati tutti impegnati per l’identificazione di un gruppo di afghani e pakistani, fermati in città. «Non abbiamo contezza di alcun intervento relativo a minacce o azioni violente da parte di italiani o stranieri in via del Toro», dirà nelle ore successive il comandante provinciale Andrea Guglielmi.

L’allarme, in quei minuti di lunedì sera, rimbalza di nuovo al 113 che, a quel punto, va sul posto. Ma ormai non trova nessuno. Nessun ferito, nessuno al Pronto soccorso. Niente. Solo le foto dei cittadini lasciano testimonianza dell’accaduto. Uomini, certamente non ragazzini, che tentano di colpire con i bastoni altri che scappano. E che ce la fanno a far perdere le proprie tracce su per via Ginnastica, come si saprà in seguito. Nella zuffa finiscono un po’ tutti, anche quelli seduti ai tavolini del “Tiffany”, che non è chiaro se c’entrassero o meno con quella resa dei conti. Clan di immigrati? Bande rivali? «Non so niente…vogliamo pace qui noi, no problemi …no problemi», mormora un giovane del Viale, con un italiano stentato. Maglietta rossa attillata e aquila nera al petto.

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