Trieste, risolto il rebus delle barche prigioniere del summit - LE MAPPE
TRIESTE Risolto il rebus, ecco la cartina “giusta” (qui sotto) fornita dal prefetto Annapaola Porzio: tutte le barche ormeggiate in Sacchetta potranno uscire e rientrare nel golfo. La limitazione alla navigazione riguarderà solo lo specchio acqueo antistante il Molo IV, piazza Unità e la Stazione marittima.
Rimangono “intrappolate” per un giorno solo alcune decine di piccole imbarcazioni che trovano riparo in bacino San Giorgio (quello di fronte alla Capitaneria di porto) e nel Canal Grande.
Le migliaia di barche della Sacchetta (sparse tra Triestina Sport del Mare, Lega Navale, Triestina della Vela, Adriaco, Marina San Giusto e altre) rischiavano infatti di essere fatte sgombrare dal summit sui Balcani.
Oppure di rimanere ostaggio per un giorno intero del vertice che vedrà l’11 e il 12 luglio a Trieste 13 capi di Stato e di governo, con i rispettivi ministri degli Affari esteri, dei Trasporti e dello Sviluppo economico (tra i big, il premier italiano Paolo Gentiloni, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron), l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, il Commissario europeo per la politica di vicinato e i negoziati per l’allargamento, Johannes Hahn, e il Commissario europeo ai trasporti, Violeta Bulc.
Nell’ordinanza, in ogni caso il 12 luglio la navigazione sarà interdetta nei bacini San Marco, San Giusto e San Giorgio. Le barche ormeggiate a Barcola, Grignano e Sistiana potranno muoversi visto che resteranno in ogni caso libere le altre direttrici verso il golfo.
Il 12 luglio sono soppresse le corse del Delfino verde sia per Muggia che per Barcola, Grignano e Sistiana.
Il caso era nato ieri, tanto da indurre le seguenti dichiarazioni. «Si sta valutando di consentire l’uscita delle barche della Sacchetta attraverso il varco di Porto Lido davanti al molo Fratelli Bandiera», spiega Roberto de Gioia, vicepresidente di Assonautica Trieste. Una soluzione che creerebbe pochissimi disagi.
E soprattutto non lascerebbe le barche prigioniere del summit. «Sarebbe una soluzione ottima. Basta pensare che inizialmente correva voce si volesse sgomberare tutta la Sacchetta. E sarebbe stato davvero un problema dove mettere tutte quelle barche», spiega de Gioia. In ogni caso qualche disagio vale la pena di essere sopportato.
«Si può pagare un prezzo per un vertice di questo tipo che ti porta agli onori delle cronache internazionali. Per Trieste si tratta di una vetrina incredibile», aggiunge il vicepresidente di Assonautica oltre che consigliere comunale. La gita in barca, insomma, può essere anche sacrificata.
Del resto le misure di sicurezza sono aumentate progressivamente negli ultimi anni con le minacce terroristiche sempre più imprevedibili. E, nel caso di Trieste, non possono non riguardare anche il mare che si apre vasto davanti alla città. Nel 2013, in occasione del vertice bilaterale italo-russo alla presenza di Enrico Letta e Vladimir Putin, un’ordinanza del comandante della Capitaneria vietava la navigazione, la sosta e ogni altra attività di superficie e subacquea, nel tratto di mare antistante le acque portuali dal punto franco vecchio al nuovo.
Praticamene l’interno bacino del golfo di Trieste era off limits. Dal summit del 2013 torna sulla scena di Trieste anche il disturbatore jammer. Allora fu portato a Trieste dalla security russa a tutela del suo presidente e contro possibili minacce. In questa occasione sarà usato durante gli spostamenti dei capi di Stato.
Così nella “zona rossa” attorno a piazza Unità potrebbero, per brevi lassi di tempo, andare in tilt i cellulari oltre che i telecomandi normalmente usati per aprire le auto o i portoni dei garage. Lo jammer, infatti, blocca i segnali tra tutti i gestori dei cellulari e i relativi ripetitori generando quello che i tecnici chiamano un rumore bianco.
Un modo per azzerare il pericolo che possono rappresentare i telecomandi o i cellulari nell’innesco a distanza in caso di attentati. Nell’operazione di sicurezza saranno impiegati mille agenti italiani, diversi elicotteri e persino un drone.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo